Il 1° luglio 2018 il pedaggio per i veicoli industriali con massa complessiva da 7,5 tonnellate sarà esteso a 40mila chilometri di strade tedesche, aumentando i costi per gli autotrasportatori, che potrebbero rivalersi sulla committenza.
Dal primo luglio prossimo, agli attuali 15mila chilometri di autostrada soggetti alla tassazione Maut se ne aggiungeranno altri 25mila di autostrade e strade federali e, inoltre, dal 1° gennaio 2019 aumenteranno gli importi dei pedaggi. L’associazione della logistica e dell’autotrasporto tedesca BLG ha previsto che dal 2019 il pedaggio di un complesso veicolare da 40 tonnellate, corrispondente alla Classe 6 del Maut, sarà aumentato da 13,5 a 17,4 centesimi di euro al chilometro, che potrebbero diventare 18,7 centesimi al chilometro se sarà applicata anche l’eurovignetta per l’inquinamento. La BLG ha calcolato che un veicolo industriale che percorre 120mila chilometri l’anno sulle strade tedesche pagherà 22.440 euro di pedaggio l’anno, contro gli attuali 12.960. Il ministero dei Trasporti prevede che l’estensione del Maut del prossimo luglio causerà un aumento dei costi di circa due miliardi, che diventeranno due miliardi e mezzo con gli aumenti del 2019.
Questi sono i grandi numeri, ma non è chiaro l’impatto sulle singole imprese di autotrasporto, per le quali – secondo TransportIntelligence – il costo dei pedaggi tedeschi incide per circa il dieci percento sui costi complessivi. La società di ricerca ritiene che le grandi imprese, che hanno maggiori margini di profitto e una buona forza contrattuale, riusciranno a girare gli aumenti sulla committenza, mentre le piccole e medie avranno più difficoltà a farlo. Inoltre, l’estensione del pedaggio potrebbe spostare merci dalla strada al treno o alla navigazione interna. Un’alternativa potrebbe essere l’acquisto di camion elettrici, quando saranno disponibili, per i quali il Governo tedesco sta valutando l’esoner dai pedaggi.
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