Si acceleri sul ricambio del parco truck.
Oggi la logistica, a livello europeo, ha un ruolo sempre più importante nel settore dell’autotrasporto ed è un’attività in continuo sviluppo grazie alle tecnologie legate alla connettività. Che ci sia molto da fare, in Italia, lo si desume da un dato ben noto, ma comunque allarmante, e cioè che il 40% dei mezzi industriali che circolano sulle nostre strade viaggia scarico. Su questo dato incidono numerosi fattori, primo tra tutti il nostro parco circolante decisamente vecchio e per il quale manca qualsiasi politica di incentivazione strutturata. Tra i tanti benefici che un’accelerazione al ricambio comporterebbe (primo tra tutti la drastica riduzione delle emissioni di gas climalteranti e di quelli nocivi) c’è, come accennato, la connettività di cui sono equipaggiati oggi anche i veicoli pesanti, una raffinata tecnologia che offre la possibilità di integrare ogni veicolo in maniera interconnessa in una o più flotte.
Ciò permetterebbe alle imprese di autotrasporto di fare sistema e di eliminare la deleteria frammentazione che oggi caratterizza il settore. Dal mercato, tuttavia, non arrivano segnali confortanti sulle immatricolazioni di veicoli nuovi oltre i 35 quintali, soprattutto quelli oltre le 16 tonnellate, ce lo ricorda Franco Fenoglio, presidente e ad di Italscania e di Unrae Veicoli Industriali, l’associazione che raggruppa tutte le marche estere di truck che operano in Italia: «Questo settore, molto di più di quello delle vetture, per crescere ha bisogno di fiducia nella situazione politica ed economica di un Paese, ciò che adesso manca in Italia e che ha portato il mercato dei truck, dopo alcuni anni di recupero, a un nuovo drammatico calo nel mese di dicembre dello scorso anno che ha toccato il -27%, e non si tratta di un caso isolato».
Secondo le previsioni di Unrae, nulla, infatti, lascia pensare a una ripresa del mercato nel corso del 2019 che potrebbe chiudersi con una flessione del 10%. «Il nostro parco circolante precisa Fenoglio continuerà dunque a invecchiare e le imprese dell’autotrasporto italiane continueranno a perdere competitività, a favore di moderne imprese straniere, nella logistica continentale più complessa, quella maggiormente remunerativa, e a essere confinate nella logistica più povera, quella che consiste nel semplice trasporto dal punto A al punto B».
La logistica incide pesantemente sul costo finale di un bene, e se un’impresa di autotrasporto non è competitiva è destinata a essere esclusa dal mercato.
La conseguente colonizzazione della logistica italiana da parte di imprese estere non arriva soltanto da Paesi con costo del lavoro e imposizione fiscale più bassi che da noi, ma anche da nazioni moderne, come Germania, Francia e Spagna che da tempo della logistica hanno fatto una bandiera.
Fonte: IL GIORNALE