La mattina di 27 marzo 2019 era in calendario la discussione sul primo Pacchetto Mobilità proposto dalla Commissione Europea ma gli europarlamentari hanno deciso di rinviarlo in Commissione Trasporti per filtrare l’enorme mole di emendamenti.
Stamane
è arrivato l’ennesimo rinvio per l’approvazione del primo Pacchetto Mobilità,
quello più contrastato perché prevede importanti modifiche alle norme sui tempi di riposo degli
autisti, sul distacco trans-nazionale e sul cabotaggio
stradale. La decisione è stata presa dal presidente del Parlamento, Antonio
Tajani, per l’elevato numero di emendamenti presentati durante la riunione
plenaria di questa mattina. Quindi Tajani ha rispedito il Pacchetto alla
Commissione Trasporti per discutere gli emendamenti e tornare in Aula a un
testo condiviso. Perciò, la votazione è rimandata alla prossima riunione
plenaria, prevista per il 3 e 4 aprile 2019.
Il primo Pacchetto Mobilità è stato presentato dalla Commissione
Europea nel maggio 2017 e nel 2018 è già passato una volta sia in Commissione
Trasporti del Parlamento, sia in Aula, senza raggiungere un risultato concreto.
Nel frattempo, è stato discusso anche dal Consiglio dei ministri dei Trasporti
degli Stati membri, che ha trovato un testo di mediazione, ma con una ristretta
maggioranza. Il
nodo non si riesce a sciogliere perché le modifiche hanno
spaccato l’Europa in due e la frattura non è tra partiti, ma tra Paesi. Sui due
fronti si combattono quelli del Gruppo di Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca,
Slovacchia e Ungheria) e la Road Alliance, formata da nove Stati dell’Europa
occidentale, tra cui l’Italia. Il contrasto è sia sulle norme contro il dumping
sociale degli autisti, sia sul cabotaggio stradale.
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