Germania, l’Europa boccia il pedaggio autostradale per i soli stranieri

Il provvedimento è stato giudicato discriminatorio dalla Corte Europea di Giustizia.

Il pedaggio autostradale che la Germania voleva introdurre e far pagare ai soli automobilisti stranieri è stato giudicato discriminatorio dalla Corte Europea di Giustizia. In teoria una provvedimento scontato. In pratica non troppo, visto che è arrivato solo dopo il ricorso dell’Austria, il solo paese che era passato dalle parole ai fatti contro il dispositivo tedesco. Diversi stati si erano lamentati, ma solo i governi di Austria (quello precedente di grande coalizione) e Paesi Bassihanno osato trascinare la vicina Germania in tribunale.

Quasi esclusivamente i bavaresi della Csu – l’ex governatore e attuale ministro degli interni Horst Seehofer aveva sostenuto che quando i tedeschi vanno in vacanza pagano le autostrade (omettendo il “dettaglio” che le pagano anche tutti gli altri automobilisti) – sostenevano il progetto, che era stato il vessillo di due campagna elettorali. Il pedaggio, già approvato dal Bundestag, avrebbe dovuto entrare in vigore nell’ottobre del 2020.

La fattibilità dell’operazione, contestata dalla stessa Adac, il potente Automobil Club tedesco (20 milioni di soci), è già costata non meno di 40 milioni di eurotra consulenze e pareri richiesti in particolare dai due ministri federali dei trasporti che si sono accollati il progetto. CioèAlexander Dobrindt e il suo successore Andreas Scheuer, entrambi della Csu.

I piani iniziali erano stati messi in discussione dalla stessa Commissione Europea, la quale aveva aperto una proceduta d’infrazione poi rientrata dopo una revisione della norma tedesca. La mediazione trovata a Bruxelles riguardava il diverso trattamento riservato alle vetture meno inquinanti e pedaggi meno cari e con possibilità di acquistare tagliandi per periodi più brevi.

Per evitare di far pagare la gabella ai connazionali (la cancelliera Angela Merkelaveva assicurato che “con me non ci sarà alcun pedaggio per gli automobilisti tedeschi”), il ministro Dobrindt aveva escogitato un sistema semplice. Cioè incorporare il balzello nella tassa di circolazione, salvo poi dedurne lo stesso importo per evitare aggravi. Per l’Austria un trattamento discriminatorio, che avrebbe penalizzato i molti pendolari che usano arterie di confine, soprattutto in Baviera.

Con Dionys Jobst la Csu aveva già architettato la stessa soluzione già nel 1984. Allora non se n’era fatto niente. Adesso la legge è stata giudicata discriminatoria della Corte Europea di Giustizia.

Fonte: LA STAMPA – MOTORI

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