Dl Semplificazioni, in Cdm accordo per sbloccare le grandi opere: 130 cantieri prioritari

Sono 130 le opere prioritarie per l’Italia, inserite in “Italia veloce”, il piano di investimenti per il rilancio dell’economia messo a punto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che affianca il dl Semplificazioni e il Piano nazionale di riforma passati dal Consiglio dei ministri nella notte tra lunedì e martedì. Un numero al quale si dovrebbe aggiungere un’altra decina di interventi (su scuole, caserme e ospedali) che fanno capo a Ministeri deversi dal Mit.



Nella parte più corposa del programma, quella del Mit appunto, si va dai porti alle direttrici ferroviarie (come il nodo di Genova, il Terzo Valico di Giovi, la Pontremolese e la Palermo-Catania-Messina) fino agli aeroporti, alle città metropolitane e alle strade e autostrade (come la Pedemontana lombarda, il potenziamento a 4 corsie della Salaria, la Salerno-Potenza-Bari). Tra le opere strategiche ci sono “la Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania-Messina, la Pescara-Roma, la Pescara-Bari, la Venezia-Trieste, la Gronda, la Ionica, l’ampliamento della Salaria, la Pontina“, ha spiegato il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Al dossier, le strutture del dicastero guidato da Paola De Micheli stavano già lavorando da qualche tempo e ora diventa uno dei pilastri intorno ai quali ruota il progetto di semplificazione autorizzativa e di accelerazione dei cantieri del governo Conte.



Nella notte, infatti, il Consiglio dei ministri-fiume ha approvato salvo intese il decreto Semplificazioni, insieme al quale è stato licenziato anche il Pnr (Piano nazionale di riforma), l’allegato al Documento di economia e finanza (Def) con il quale il governo indica il quadro di interventi programmatici all’Europa. Un pacchetto che va visto in ottica unitaria, dunque, come carta d’intenti e inizio di processo di riforma attraverso il quale l’Italia vuole farsi assegnare il massimo contributo possibile dal Recovery fund in via di lancio a Bruxelles.

In questo disegno complesso, si è trovata una prima intesa sull’elenco delle grandi opere considerate prioritarie e che in parte saranno affidate a commissari. Ma la lista non è entrata nel testo del decreto e nel Pnr: si è scelto come sede dell’elenco proprio il piano “Italia veloce” del Mit, un allegato al Programma nazionale delle riforme.


Ci sarà tempo fino a dicembre 2020 per indicare i commissari delle opere indicati in elenco, con appositi Dpcm. “Diamo poteri regolatori a tutte le stazioni appaltanti: non serve necessariamente un commissario per procedere velocemente ma prevediamo che in casi complessi sia possibile nominare commissari sulla scia di Expo e del Ponte Genova”, ha spiegato il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare il decreto, spiegando come l’intenzione del governo sia quella di “mettere ordine”.



Nel dettaglio, sono 36 le opere commissariate elencate nel piano di infrastrutture messo a punto dal Mit. Si tratta di 12 opere idriche (dighe o acquedotti) di nuova realizzazione o di messa in sicurezza, 15 opere ferroviarie (valico di Giovi, Napoli-Bari, Roma-Pescara e via dicendo) e 9 infrastrutture stradali come la Grosseto-Fano, la Roma-Latina, la SS106 Ionica e la Tarquinia San Pietro in Palazzi. Anche in questo caso, il numero è da integrare con le opere che riguardano gli altri dicasteri per una cinquantina totale.

Tra le opere idriche di nuova realizzazione o di cui è previsto il completamento, il Mit ha inserito nell’elenco la Traversa Lago d’Idro (BS), la diga di Maccheronis (NU), la diga di Monti Nieddu (CA), quella di Medau Aingiu (CA) e di quella di Pietrarossa (EN-CT). Viene inoltre disposto l’incremento della sicurezza di grandi dighe esistenti: Cantoniera (OR), Rio Olai (NU) Rio Govossai (NU), Rio Mannu di Pattada (SS) e Monte Pranu (OR). Viene considerato decisivo l’incremento della sicurezza dell’approvvigionamento potabile dell’Acquedotto del Peschiera e il Mose per la salvaguardia di Venezia.



Tra le opere ferroviarie figurano invece il raddoppio della Codogno-Cremona-Mantova; il completamento dei lavori del nodo ferroviario di Genova e il collegamento dell’ultimo miglio tra il Terzo Valico dei Giovi e il porto di Genova; il completamento del raddoppio della Genova-Ventimiglia e del raddoppio della Pontremolese; la chiusura dell’anello ferroviario di Roma; il potenziamento tecnologico e gli interventi infrastrutturali sulla linea Salerno-Reggio Calabria; la linea Palermo-Trapani via Milo; la realizzazione dell’asse AV/AC Palermo-Catania-Messina; il potenziamento della linea Fortezza-Verona; il potenziamento della linea Venezia-Trieste; la linea Roma-Pescara; il completamento del raddoppio Pescara-Bari; la realizzazione delle opere relative alla tratta ferroviaria Napoli-Bari; la realizzazione nuova linea Ferrandina-Matera La Martella; il potenziamento tecnologico e gli interventi infrastrutturali della linea Taranto-Metaponto-Potenza-Salerno.

Infine, tre le opere stradali nelle slide del ministero compaiono la A24-A25, la SS106 Ionica, la Ragusana, la Monte Romano-Civitavecchia; la Tarquinia-San Pietro in Palazzi; la Roma-Latina; la SS4 Salaria; il Ponte ad Albiano Magra (crollato ad aprile scorso) e la e78 Grosseto-Fano. Il piano al quale il Mit stava già lavorando risulta già finanziato per oltre 130 miliardi, su 200 complessivi. “Approfitteremo il più possibile del Recovery fund, non appena sarà disponibile”, ha spiegato De Micheli in conferenza stampa.

“Questo provvedimento renderà più rapide ed efficienti le procedure di assegnazione delle opere e delle appalti e rispetto all’Europa dobbiamo sfatare questa idea di un paese che non è in grado di gestire le risorse che gli vengono date. Il piano riforme e il decreto semplificazioni entrambe sono espressione di uno sforzo evidente. Cambierà il fatto che in questi mesi si è parlato in una burocrazia che non aiuta l’Italia a correre, con questi provvedimenti sarà più semplice realizzare le grandi opere e il rapporto con la burocrazia”, il commento di Pier Paolo Baretta, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze (Pd), su Radio 1 all’indomani del Cdm.

Fonte: LA REPUBBLICA

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