Presentazione oggi con Carlo Sangalli, Betty Schiavoni, Alessandro Mattinzoli del rapporto di Camera di commercio e Università LIUC, in collaborazione con Alsea.
Trasporti, fase critica ma Milano tra i big della logistica è al quarto posto in Europa dopo Olanda, Francia e Germania, pari alla Spagna
Sangalli, ruolo fondamentale durante l’emergenza sanitaria. Ha permesso di mantenere attive le filiere indispensabili alla sopravvivenza economica del Paese
Schiavoni: il sistema milanese e lombardo chiede stabilità e certezza di regole
La Regione Logistica Milanese si conferma polo logistico italiano, generando un fatturato complessivo pari al 27% del fatturato nazionale del settore, con circa 18.000 aziende che occupano 170.000 addetti.
Ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “La logistica ha avuto un ruolo fondamentale durante l’emergenza sanitaria permettendo di mantenere attive quelle filiere indispensabili alla sopravvivenza economica del Paese. La grande Milano ricopre il ruolo di hub italiano da cui, ogni anno, transitano merci per un valore di 140 miliardi di euro, il 16% del totale nazionale, e 35 milioni di persone. Sono numeri importanti, che la crisi Covid ha drammaticamente ridimensionato”.
Numeri importanti che confermano l’eccellenza della RLM in Italia ma che non sono sufficienti a colmare il gap che sconta il nostro Paese nella competizione globale.
Questo ci dice lo studio, presentato oggi in modalità webinar, realizzato dall’Università LIUC di Castellanza per conto della CCIAA e con il supporto di Alsea – Associazione Lombarda Spedizionieri e Autotrasportatori,
Spiega il Prof. Dallari: “Abbiamo messo a confronto, con dati statistici e sondaggi tra addetti ai lavori, 4 cluster logistici con la Regione Logistica Milanese e precisamente: Western Netherlands, Ile de France, Baviera e Catalogna. Lo abbiamo fatto prendendo a riferimento tre macro voci: 1. i costi del fare logistica 2. l’efficienza e la competitività del sistema 3. l’accessibilità e la connettività.
Il Western Netherlands si conferma, come da previsioni, primo cluster logistico europeo, con la Regione Logistica Milanese che si colloca al quarto ed ultimo posto, a pari merito con la Catalogna. In particolare, si evidenzia un gap importante della RLM con gli altri Paesi per quanto riguarda due indicatori: l’efficienza e la competitività del sistema e la accessibilità e connettività.
Due esempi estrapolati dallo studio valgano per tutti per i due indicatori:
Accessibilità e connettività: RLM dispone della medesima rete ferroviaria del West Netherlands (875 km) e la metà di quella dell’Ile de France (1.609 km), risultando deficitaria se rapportata al numero di abitanti ed alla superficie del territorio.
Efficienza e competitività del settore: nel 2018 in Italia il 3,3% delle bollette doganali in import subisce visita merce, valore che sale al 5,7% per le importazioni via mare. Secondo il LPI (Logistics Performance Index) si registrano in Europa tassi medi di controllo fisico in import pari al 2,86% con Nazioni come Paesi Passi e Germania che scendono al 2%. “Occorre tuttavia osservare – si legge nelle conclusioni dello studio – che le dogane olandesi nel 2018 hanno gestito oltre 22 milioni di bollette doganali in import, pari a 3,5 volte quelle italiane. È naturale quindi immaginare il differente livello di produttività tra una Dogana a servizio delle importazioni nazionali dispersa in oltre 90 sedi regionali ed interprovinciali quale quella italiana ed una Dogana, quale quella olandese, concentrata in poche sedi in un piccolo territorio.
Commenta il Presidente di Alsea, Betty Schiavoni, “chiediamo assunzione di responsabilità. La storia di questi giorni sulle strade liguri insegna: Aspi accusa il MIT e viceversa con la Regione Liguria che accusa ASPI e MIT. A noi non interessano questi giochini: è molto difficile in Italia individuare il responsabile effettivo. Noi chiediamo quindi che si definisca istituzionalmente un unico luogo dove amministrazioni pubbliche e privati si confrontano e decidono. All’estero funzionano le società di corridoio, si segua questo esempio virtuoso. Se non lo si facesse oggi, con la crisi che stiamo vivendo, sarebbe imperdonabile. Siamo certi che solo in questo modo si possa colmare il gap che abbiamo con gli altri cluster; la distanza, soprattutto con alcuni Paesi non è incolmabile, lavoriamo per recuperare il terreno perduto prendendo spunto dai risultati di questo importante studio.”
Conclude il Presidente Schiavoni “stiamo assistendo negli ultimi anni ad un fenomeno allarmante. Mentre fino a poco tempo fa registravamo un continuo ricambio dei Governi, cosa già di per sé grave e che mina il dialogo istituzionale, oggi questo continuo cambiamento avviene anche nei direttori delle Amministrazioni pubbliche, venendo così a mancare i punti di riferimento fondamentali del mondo delle imprese. Un paio di esempi: negli ultimi tre anni sono cambiati quattro direttori dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, così come sono mancati per anni i direttori territoriali della sanità marittima ed aerea (in Liguria, in Lombardia, in Veneto). Lacuna sanata solo da pochi mesi e che ancora non ha prodotto risultati significativi nella riduzione dei tempi di rilascio dei Nulla Osta sanitari per le merci, con gravi ritardi che penalizzano i nostri operatori ed importatori. Se nel privato succedesse quanto accade nel pubblico, le imprese fallirebbero: forse è anche per questo che l’Italia sconta da anni una crisi profonda di credibilità. Il sistema milanese e lombardo chiede quindi stabilità e certezza di regole.
Che il settore della logistica sia di primaria importanza per lo sviluppo economico è un dato di fatto, ha osservato Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia. Un sistema logistico moderno ed efficiente rappresenta oggi una leva per incrementare la competitività sui mercati internazionali del settore manifatturiero lombardo e migliorare le prospettive dell’economia, anche a livello nazionale. Logistica e trasporti pertanto sono fattori fondamentali sia per la competitività del territorio – come fattore di attrattività di investimenti e flussi economici – sia come fornitore di servizi per la collettività. Siamo ora più che mai tutti chiamati ad affrontare insieme sfide importanti, fra cui la sburocratizzazione, l’efficienza del sistema, la digitalizzazione, la sostenibilità.