Russo (Confetra): “Gli aumenti dei noli li sta pagando l’industria”

“I principali problemi, sotto questo punto di vista, sono nati a causa del disastro causato dal Covid anche in ambito economico. Ci sono navi che sono state ferme per mesi in porti che hanno ridotto la loro operatività, altre che non hanno potuto rispettare le toccate previste e di conseguenza anche molti contenitori sono rimasti a terra oppure a bordo delle navi”

La logistica è un pilastro del’economia italiana

29/09/2021

Secondo Ivano Russo, direttore generale di Confetra, il comparto logistico «sta vivendo una fase di cambiamento». Il rincaro dei noli invece «è una vicenda che appartiene al mercato e quando, come in questa fase, il mercato è in una fase di cambiamento non ci sono mai certezze. Diciamo, più in generale, che il rincaro dei noli sta colpendo molto di più il settore dell’industria su cui spesso vengono ribaltati questi incrementi di prezzi. La preoccupazione è che si possa perdere competitività nelle esportazioni soprattutto per quei prodotti made in Italy che sono prodotti dalla nostra industria di medie dimensioni che è poi quella che rappresenta la maggior parte delle imprese a livello nazionale».

Un altro fenomeno riguarda l’assenza di contenitori. In questo caso quali sono i problemi?
«I principali problemi, sotto questo punto di vista, sono nati a causa del disastro causato dal Covid anche in ambito economico. Ci sono navi che sono state ferme per mesi in porti che hanno ridotto la loro operatività, altre che non hanno potuto rispettare le toccate previste e di conseguenza anche molti contenitori sono rimasti a terra oppure a bordo delle navi. Diciamo, più in generale, che in passato i circa tre medi di lockdown quasi totale hanno fatto saltare un’organizzazione quasi scientifica creando diversi problemi tra cui, appunti, quello del ritorno alla destinazione di origine dei container vuoti. Spero – aggiunge Russo – che con la ripresa traffici si possa tornare alla normalità totale nel giro di poco tempo. Sicuramente a creare questa criticità a contribuito pure il fatto che l’80% dei contenitori viene prodotto in Cina».

I traffici tra Italia ed Oriente sono destinati a crescere?
«Sotto questo punto di vista vorrei sfatare un mito di cui si parla ormai da moltissimi anni senza che ci siano però delle basi solide e concrete, anzi i numeri dicono esattamente l’opposto. Il 69% delle importazioni e il 73% delle esportazioni vengono fatte dall’Italia in un raggio 800 chilometri, quindi questo massiccio canale con la Cina non esiste. Sicuramente gli scambi possono aumentare in futuro, ma solo se il nostro Paese riuscirà a darsi una precisa impostazione e vocazione economica».

Il Covid come sta condizionando il vostro settore?

«Dal punto di vista del trasporto marittimo è cambiato tanto così come è cambiato molto nell’intero comparto della logistica. Ci sono nuovi protocolli di sicurezza che devono essere rispettati ovunque, ad esempio all’interno dei magazzini o più banalmente dai semplici corrieri. Dal punto di vista economico si è divoratore da cambi. Dal punto di vista economico, invece, se buona parte del mondo produttivo ha risentito negativamente della pandemia, ci sono molte imprese della catena logistica che hanno incrementato il proprio fatturato proprio perchè il settore non si è mai totalmente fermato anche nei mesi più bui. La logistica non può essere sostenuta solo con le tradizionali misure verticali: ferrobonus, marebonus, sconto pedaggio. Nel Pnrr c’è un’intera missione dedicata a logistica, infrastrutture e intermodale e non era scontato. Poi ci sono risorse e riforme che riguardano anche i nostri settori in quattro missioni su sei. È passato il messaggio che la logistica, essendo il sistema circolatorio dell’economia reale, è trasversale per definizione. Dove ci sono misure che puntano a incentivare le imprese, gli investimenti, c’è bisogno di una grande capacità di ascolto bottom-up sul fabbisogno digitale delle imprese logistiche italiane. Questa è la principale grande vera novità di questa stagione di governo».

  DA THE MEDI TELEGRAPH

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