L’Ungheria rafforza ancora i legami con la Cina. “Saremo un punto centrale sulla Via della Seta”

La Cina è a oggi uno dei principali riferimenti commerciali extra-europei dell’Ungheria, forse il più importante. Budapest infatti esporta in Cina diverse tipologie di merci – tra queste prodotti in plastica, legno e macchinari – e importa da Pechino perlopiù altri macchinari e prodotti chimici

di Elisa Gosti

13/10/2021

Budapest guarda al futuro: punta a diventare uno dei Paesi cardine della Via della Seta, potenziando i traffici commerciali con Pechino e consolidando il proprio ruolo di snodo di riferimento negli scambi tra Europa e Asia: «Il trasporto su rotaia di merci cinesi rappresenta un’ottima opportunità per il sistema ferroviario dell’Ungheria, un’opportunità da sviluppare e su cui lavorare per lo sviluppo economico del nostro Paese»: a dichiararlo è proprio il ministro degli Affari esteri e del commercio ungherese, Peter Szijjártó, in occasione dell’evento HungRail, dedicato al mondo ferroviario ungherese, che si è svolto lo scorso 30 settembre a Budapest.

La Cina è a oggi uno dei principali riferimenti commerciali extra-europei dell’Ungheria, forse il più importante. Budapest infatti esporta in Cina diverse tipologie di merci – tra queste prodotti in plastica, legno e macchinari – e importa da Pechino perlopiù altri macchinari e prodotti chimici. L’Ungheria ha già avviato i lavori di rinnovamento infrastrutturale del collegamento ferroviario tra Budapest e Belgrado con il preciso obiettivo di migliorare e potenziare il trasporto di beni cinesi dai porti greci all’Europa attraverso il territorio ungherese. Si tratta di un progetto che sarà operativo entro il 2025: nel frattempo sarebbe importante portare l’attenzione sull’operatività di una linea diretta per il trasporto del cargo su rotaia dalla Cina all’Unione europea attraverso l’Ungheria, valorizzando – e quindi monetizzando – in questo modo la posizione geografica e strategica del Paese. Il traffico giustificherebbe l’ulteriore sviluppo infrastrutturale nella parte nord-orientale del Paese, come ad esempio la realizzazione del centro intermodale, già in costruzione, a Fenyeslitke: il progetto, che dovrebbe essere pienamente operativo entro il 2022, prevede un investimento del valore di 33,3 milioni di euro. La realizzazione di un altro centro intermodale è stata pianificata nella parte occidentale del Paese: la struttura potrebbe essere strategica per permettere alle esportazioni di raggiungere i porti marittimi in modo agevole. Ma non solo: Szijjártó ha accolto con positività anche la costruzione di un terminale contenitori a Zalaegerszeg, che si trova invece nell’Ungheria Sud-Occidentale, dichiarando che la nuova struttura porterà ulteriori investimenti nella regione. Allo stesso tempo il ministro ha affermato che l’Europa Centrale presenta uno svantaggio competitivo dovuto alla mancanza di linee ferroviarie ad alta velocità.

La cooperazione regionale adesso punta alla costruzione di collegamenti su rotaia per connettere la Slovacchia alla Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia.

Peter Szijjártó ha quindi elogiato il trasporto cargo ferroviario per aver resistito bene alla crisi legata alla pandemia, guidando lo sviluppo economico futuro del Paese. Organizzato in occasione dell’anno europeo della Ferrovia, HungRail – evento dedicato al traffico ferroviario ungherese – si è focalizzato su alcuni argomenti chiave per il settore a partire dalla condizioni per la connessione alla rete ferroviaria europeo dell’alta velocità sino allo sviluppo delle infrastrutture per il miglioramento della capacità di transito, ma anche alla competitività del settore per la decarbonizzazione del trasporto.

Tra gli argomenti all’ordine del giorno, inoltre, le strategie legate alla sostenibilità economica e ambientale, il trasporto intermodale e gli sviluppi in ambito di digitalizzazione per aumentare il livello di soddisfazione della clientela e l’automazione dei processi logistici.

Nel corso della pandemia l’Ungheria ha potenziato i propri collegamenti su rotaia con la Cina: nel 2020 i volumi trasportati sono aumentati del 3% rispetto all’anno precedente.


Fonte: THE MEDI TELEGRAPH

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