La Cina blocca il trasporto ferroviario verso l’Europa

La decisione, che interessa due valichi importanti, quello di Alashankou e quello di Erenhot, durerà una settimana e servirà per caricare i treni fermi alle frontiere

da Ship2Shore.it

L’impennata della domanda di merci, oltre ad essere complice del momento di tilt per il trasporto marittimo, sta mettendo in crisi anche l’export ferroviario cinese.

E così il traffico ferroviario dalla Cina all’Europa attraverso i valichi di frontiera di Alashankou, nella provincia dello Xinjiang, ed Erenhot, nella provincia della Mongolia Interna, è stato bloccato.

A notificare l’avvenuto è China Railways, che ha deciso di fermare il carico dei treni in uscita dallo Stato, notificando un blocco che perdurerà fino al 1 novembre per il valico kazako e fino al 28 ottobre per la frontiera mongola.

A contribuire alla decisione è stato l’attuale stato di disordine e rallentamento che insiste sul traffico merci su rotaia nella Repubblica Popolare dovuto, in primis, alla difficoltà di controllo della pandemia che, durante l’arco dell’intero anno, ha accumulato ritardi e ha così ammassato i convogli alle frontiere in attesa di poter passare.

Due importanti valici sul confine ovest, infatti, uno dei quali è Khorgos, famoso per essere diventato uno dei punti centrali dello sviluppo della “Nuova Via della Seta” nonché uno dei più grandi porti di scambio merci al mondo, hanno dovuto affrontare diversi casi di coronavirus e hanno dovuto rallentare le proprie operazioni per diverso tempo.

Secondo un’emittente televisiva kazaka, ad agosto, la capacità del valico di frontiera Cina-Kazakistan nella città di Alashankou sarebbe passato da 16 treni a 5-6 treni al giorno.

Adesso che il trasporto è completamente bloccato ci sono circa 150 treni merci e 7.000 vagoni in attesa di attraversare il confine e un altro centinaio di treni e 5.000 vagoni in ritardo sulla strada.

Rallentamenti che si vanno a sommare con altre problematiche che sorgono lungo la tratta percorsa dei treni dalla Cina all’Europa. Nel caso di Małaszewicze, cittadina situata nell’est polacco vicino al confine con la Bielorussia, principale gateway dell’Europa centrale, il numero di treni è stato fortemente limitato tra il 4 e il 20 agosto quando metà delle strutture del valico di frontiera sono state chiuse per lavori di manutenzione ferroviaria e la congestione causata dalle due settimane di chiusura non è ancora stata assorbita del tutto, rimanendo più di 500 container in attesa, con ritardi che si aggirano tra i 10 e i 16 giorni stando a quanto riporta Loadstar.

In questo scenario, dove il trasporto su rotaia sta affrontando alcune problematiche di rilievo, le vie alternative sembrano non essere da meno. Nonostante le rotte marittime e ferroviarie via Kaliningrad e i porti dell’Estremo Oriente russo siano state competitive, non sono state tuttavia esenti da criticità e sofferenze. Ci sono, infatti, anche lunghe code di merci in attesa di essere trasferite alle navi nel porto di Kaliningrad dovute alla più generale congestione che sta interessando i porti europei e mondiali. Secondo RBC Capital Markets, il porto tedesco di Amburgo, che riceve la maggior parte del carico di trasbordo di Kaliningrad, ha un tempo medio di attesa di 2,5 giorni con un tasso di puntualità del 32% per le navi in arrivo a settembre.

La pausa che China Railways si prende di una settimana per caricare i treni ai valichi di frontiera sembra essere una delle poche risorse, forse, per soddisfare le esigenze della situazione attuale.

N.S.

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