Carenza autisti: il bonus patente riaccende l’interesse dei giovani

“Non possiamo fermarci perché non abbiamo gli autisti. E non abbiamo gli autisti perché non abbiamo fatto una politica adeguata.

Dobbiamo far capire ai giovani, che siano giovani italiani o giovani immigrati, che questa può essere una professione remunerativa.Serve il taglio del cuneo fiscale e una promozione della formazione”: il Forum Internazionale di Conftrasporto a Roma si apre con l’allarme lanciato dal vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Fabrizio Palenzona.

In Europa mancano 400 mila autisti, in Italia ne servirebbero almeno 20 mila in più: “Se si produce ma i prodotti non arrivano sul mercato con tempi e costi adeguati il Paese perde competività”, aggiunge il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè.

 “Gli autisti vanno considerati come soggetti che fanno parte dell’economia, non come persone che vanno in giro con la camicia strappata”, ha aggiunto Uggè, ricordando le opportunità offerte dal “Bonus patente”, previsto dal governo Draghi.

E in effetti ultimamente Conftrasporto ha rilevato un maggiore interesse dei giovani verso le patenti speciali che servono all’autotrasporto, ma i numeri non sono ancora adeguati al fabbisogno, anche perché c’è stato un fortissimo impatto negativo prima della pandemia e poi della guerra in Ucraina sulla logistica.

 Tra il 2011 e il 2022 s’è perso il 2 per cento delle imprese nel totale dell’economia italiana, ma per l’autotrasporto e logistica il dato è molto peggiore, l’11,6 per cento in meno.

E le previsioni non aiutano: secondo lo scenario messo a punto da un’indagine condotta dall’ufficio studi di Confcommercio, spiega il direttore Mariano Bella, il calo del trasporto passeggeri potrebbe essere in un’ipotesi positiva, che tiene conto di un calo del Pil dello 0,1 per cento, dell’1,2 per cento, e quello del trasporto merci dello 0,6 per cento. Ma se il Pil dovesse calare ulteriormente, dell’1,5 per cento secondo l’ipotesi peggiore, il calo del trasporto passeggeri potrebbe arrivare al 5,4 per cento e delle merci del 3 per cento. 

Fonte: LA REPUBBLICA

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