Netta flessione a giugno dell’export extra Ue (-5,3%)

Nel giugno 2024, l’export si riduce su base annua del 5,3% (dopo il +0,6% a maggio 2024). Lo rileva Istat, evidenziando che a contribuire alla flessione sono le minori vendite di energia (-25%), beni di consumo durevoli (-18,9%), beni strumentali (-5,9%) e beni intermedi (-4,7%). Crescono, invece, le esportazioni di beni di consumo non durevoli (+1,0%). Nel mese, l’import registra una flessione tendenziale del 10,2%, quasi totalmente dovuta alla contrazione degli acquisti di energia (-27,4%) e beni intermedi (-8,9%).

Su base annua risultano in aumento le vendite verso paesi Opec (+15,0%) e Mercosur (+1,4%), mentre si rilevano diminuzioni delle vendite verso tutti gli altri principali paesi partner extra Ue27. Le più ampie, segnala la nota di Istat, riguardano Cina (-10,9%), Svizzera (-7,9%), paesi Asean e Giappone (per entrambi -7,4%). Parallelamente le importazioni dagli Stati Uniti (+12,9%) registrano un marcato aumento tendenziale, mentre un incremento lieve è quello degli acquisti dalla Cina (+0,3%). Diminuiscono infine le importazioni dagli altri principali paesi partner extra Ue27, in particolare da India (-24,5%), Svizzera (-21,2%) e paesi Opec (-18,9%).

Su base mensile Istat riscontra a giugno una flessione sia per le importazioni (-3,5%) che per le esportazioni (-0,8%). La contrazione delle vendite riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione di beni strumentali (+5,9%), ed è dovuta alle minori vendite di beni di consumo durevoli (-18,5%), energia    (-17,8%) e beni intermedi (-2,5%). Dal lato dell’import, a esclusione di beni di consumo durevoli (+0,6%), si rilevano riduzioni congiunturali diffuse, le più ampie per energia (-8,3%) e beni intermedi (-3,3%).

Nel secondo trimestre 2024, rispetto al precedente, l’export di made in Italy segna una crescita modesta (+0,2%), per effetto dell’aumento delle vendite di beni di consumo (+4,6%) e beni intermedi (+2,2%), e  della riduzione di beni strumentali (-3,1%) ed energia (-25,5%). Nello stesso periodo, l’import registra un aumento del 2,6%, diffuso a tutti i raggruppamenti, a esclusione di energia (-4,0%), e più marcato per beni di consumo (+6,3%).

DI REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY 

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