Mobilità delle merci, ecco perché serve un modello innovativo

Con circa 300 milioni di tonnellate di merci trasportate nel 2016 (più del 30% del trasporto complessivo nazionale italiano), la Lombardia è la principale regione per origine/destinazione in Italia e una delle più importanti in Europa. L’autotrasporto rappresenta la modalità principale di movimentazione delle merci con circa 280 milioni di tonnellate trasportate annualmente (più del 90% del totale). La modalità su gomma assicura, inoltre, in modo pressoché esclusivo la movimentazione intraregionale delle merci (pari a circa 125 milioni di tonnellate all’anno) e copre circa l’86% delle tonnellate di merci trasportate sulle medie e lunghe distanze.

La conoscenza dei flussi movimentati, delle loro caratteristiche (categorie di merci trasportate, tipologie di veicoli impiegati, carichi medi, ritorni a vuoto, etc.) e dei principali driver di sviluppo della logistica e del trasporto commerciale e delle merci è fondamentale per descrivere la situazione attuale, definire gli scenari evolutivi e, quindi, perfezionare le strategie regionali, fornendo agli stakeholder strumenti utili per lo sviluppo delle azioni di rispettiva competenza.

In questo quadro la Regione Lombardia ha deciso di affrontare, tra la fine del 2016 e la fine del 2018, un’importante attività finalizzata a costruire un database degli spostamenti dei veicoli commerciali e pesanti su strada di interesse del territorio regionale i cui esiti sono stati presentati in diversi incontri pubblici e il database finale pubblicato in Open Data sul portale dati.lombardia.it, unico caso in Italia.

Tutto ciò grazie alla realizzazione di un modello trasportistico innovativo basato sulla definizione della matrice O/D delle quantità di merci trasportate, distinta in otto differenti classi merceologiche, trasformate successivamente in tre diverse tipologie veicolari (N1, N2, N3), il quale ha permesso la stima degli impatti (flussi multimodali assegnati alla rete e livelli di congestione) su due scenari infrastrutturali di medio (2020) e lungo periodo (2030).

Fonte: START MAGAZINE

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