“In Italia quando arrivano le merci nei porti, per lo sdoganamento esistono decine di agenzie diverse e senza alcun coordinamento che devono fare 133 controlli su ogni tipologia di materiale trasportato e dei vettori. Mi pare evidente che se non viene abbattuto il mostro della burocrazia il nostro Paese non potrà mai ripartire”. Sono le parole di Ivano Russo, direttore generale di Confetra, la confederazione che riunisce 95mila imprese di logistica in Italia, che producono ogni anno 85 milardi di fatturato, pari al 9% del Pil.
Russo, agli Stati generali è stato ricevuto da Conte. Qual è
stato l’argomento al centro della riunione?
“Ho portato le istanze delle aziende che rappresenta Confetra. Chiunque
trasporti merce deve combattere una burocrazia che comporta principalmente due
danni principali. Il primo, relativo alle infrastrutture, con tempi di
realizzazione, per un’opera dai 150 milioni di euro in su, pari a 17 anni di
media per la realizzazione. E poi c’è il secondo problema, che riguarda gli
oneri burocratici. Faccio solo un esempio: quando in un porto arriva una merce,
devono essere effettuati 133 procedimenti amministrativi, per ogni tipologia,
spalmati su 17 uffici. Un labirinto senza fine”.
Procedure che dilatano
anche i tempi di recapito della merce…
“La burocrazia sta affossando le imprese. Proprio a causa dei cavilli
amministrativi molte aziende stanno perdendo clienti, lavori e fatturato”.
Quali sono state le vostre richieste al premier Conte?
“Abbiamo portato un dossier con una ventina di proposte di
semplificazione. Per prima cosa, è necessariola riforma del contratto delle
spedizioni. Al momento sono regolate da un regio decreto del 1942”.
Bisogna agire anche sui controlli?
“Va attivato con urgena lo sportello unico doganale dei controlli,
previsto già dal 2017 ma mai entrato in vigore. In questa maniera ci sarebbe un
coordinamento tra le centinaia di agenzie”.
E per quanto riguarda i permessi?
“Anche in questo caso è necessario una semplificazione delle pratiche
amministrative. Bisogna ridurre il piùù possibile il numero di carte
indispensabili. Pensate solo che per un trasporto eccezionale, come ad esempio
un yacht, un vettore attualmente ha bisogno di un permesso diverso in base
all’autorità competente rispetto al tratto di strada che percorre.
Un’assurdità”. Leggi tutta la notizia
Fonte: LA REPUBBLICA