L’impatto globale della crisi del colosso cinese Evergrande

Il gruppo immobiliare cinese Evergrande è gravemente in rosso per un importo di circa trecento miliardi di dollari. E crescono i timori che, se non riuscirà a rimborsare il suo debito, la cosa potrebbe scatenare un disastro per il mercato immobiliare cinese e inviare onde d’urto in tutto il paese e oltre.

Una resa dei conti è apparsa ancora più vicina il 15 settembre dopo che Bloomberg News, citando persone che hanno familiarità con la questione, ha riferito che l’azienda potrebbe non essere in grado di pagare gli interessi su alcuni dei suoi 300 miliardi di dollari di passività entro il 23 settembre e potrebbe anche perdere un pagamento principale su almeno uno dei suoi prestiti. È l’ultimo sviluppo nella saga del colosso immobiliare, sorvegliato speciale in Cina e in tutto il mondo.

La Evergrande è attualmente l’azienda immobiliare più indebitata al mondo. La domanda fondamentale è se le autorità cinesi permetteranno ai creditori dell’impresa di subire grandi perdite o se invece il governo comunista del paese, che premia la stabilità e il controllo, interverrà in qualche modo per evitare una caotica insolvenza e i dannosi effetti a catena che questa potrebbe innescare.

Ecco cosa c’è da sapere sulla Evergrande e sull’impatto che la sua attuale situazione finanziaria potrebbe avere sulla Cina e sull’economia globale.

Da quanto tempo esiste la Evergrande?

La Evergrande è stata fondata nel 1996 nella provincia cinese di Guangzhou da Hui Ka Yan.

Hui si è laureato nel 1982 e ha lavorato in una fabbrica di acciaio prima di fondare la Evergrande, a quanto riferisce Forbes. La rivista valuta il suo patrimonio netto in 11,4 miliardi di dollari e colloca Hui al 53° posto nella lista dei miliardari del 2021, nonché la decima nella lista dei cinesi più ricchi per il 2020.

Hui, 62 anni, è attualmente il presidente della Evergrande.

In quanti progetti è attualmente impegnata l’azienda?

La Evergrande ha attualmente in essere 1.300 progetti immobiliari in 280 città della Cina, secondo il suo sito web.

È anche attiva in altri settori, tra cui produzione di veicoli elettrici, gestione di proprietà immobiliari, cinema e televisione, costruzione di parchi di divertimento, assicurazioni, sanità, calcio, e produzione di cibo, acqua minerale e latte artificiale.

E quanto sono grandi queste altre aziende?

Il braccio che si occupa di gestione immobiliare, la Evergrande property services, ha circa 2.800 progetti in 310 città della Cina, che comprendono contratti relativi a un’area totale di oltre 680 milioni di metri quadrati, secondo il sito web.

La sua Evergrande new energy vehicle ha inoltre fissato l’ambizioso obiettivo di sviluppare 14 modelli di auto elettriche, dalle berline ai suv, e di produrne e venderne un milione all’anno entro il 2025 e cinque milioni entro il 2035.

Il ramo dedicato ai mezzi di comunicazione, Hengten networks, comprende una piattaforma di streaming nota come Pumpkin film – che ha dichiarato di avere 20,1 milioni di abbonati paganti alla fine di maggio – e un’azienda di produzione cinematografica e televisiva chiamata Ruyi film.

La Evergrande possiede anche una squadra sportiva, il Guangzhou Evergrande, uno dei club calcistici più noti in Cina. Ma non è una macchina da soldi: si stima che l’azienda perda ogni anno dai 155 ai 310 milioni di dollari per le sue attività legate al calcio, hanno scritto Dan Wang e Daniel Fan, analisti di Bloomberg Intelligence, in un recente articolo.

Quanto sono seri i guai della Evergrande?

Parliamo di circa trecento miliardi di dollari, stando alle passività elencate dall’azienda. Inoltre l’incapacità della Evergrande di pagare puntualmente gli interessi sui prestiti ha preoccupato gli investitori dentro e fuori la Cina.

Sono nate proteste anche tra gli acquirenti di case, gli investitori e i dipendenti dell’azienda, che si sono presentati fuori dagli uffici della Evergrande per chiedere un incontro con i dirigenti.

In una dichiarazione diffusa il 14 settembre i dirigenti hanno detto che si aspettano una ulteriore diminuzione dei contratti di vendita per questo mese, “determinando così un prolungato deterioramento delle entrate che a sua volta causerebbe una grave pressione sul flusso di cassa e la liquidità del gruppo”.

Cosa ha fatto la Evergrande per cercare di evitare la crisi?

La ditta ha assunto come consulenti finanziari le aziende Houlihan Lokey e Admiralty Harbour Capital perché contribuiscano “a stimare la struttura di capitale del gruppo, stimarne la liquidità ed esplorare tutte le soluzioni possibili per alleviare l’attuale problema di liquidità e raggiungere una soluzione ottimale per tutte le parti interessate, il più presto possibile”, ha dichiarato il consiglio d’amministrazione il 14 settembre.

Ma altre misure per aumentare la liquidità sono finora fallite. La Evergrande ha detto che la vendita del suo imponente grattacielo di uffici da 18.580 metri quadrati a Hong Kong, il China Evergrande centre, “non è stata completata nei tempi previsti”.

E finora l’azienda non è stata in grado di vendere parte dei suoi interessi nei settori della gestione dei veicoli elettrici e delle proprietà immobiliari: la Evergrande new energy vehicle group limited e la Evergrande property services group limited.

Come stanno reagendo gli investitori?

Con nervosismo. Le azioni della Evergrande sono scese addirittura dell’81 per cento dall’inizio dell’anno, e le sue obbligazioni in dollari sono scese ai minimi storici.

La ditta di rating Moody’s ha declassato la Evergrande e le sue succursali il 7 settembre, catalogando il suo outlook come negativo. La Fitch ha fatto lo stesso, abbassando la valutazione dell’azienda e affermando che ritiene “probabile una qualche forma d’insolvenza”.

Quindi cosa succederà?

Questa è la domanda da un miliardo di dollari. La Evergrande ha circa 84 miliardi di dollari di interessi in obbligazioni in dollari in scadenza il 23 settembre, ha riferito Bloomberg News.

Ma il consiglio di amministrazione dell’azienda sembra prepararsi al peggio.

“Date le difficoltà, gli ostacoli e le incertezze nel migliorare la sua liquidità, come detto prima, non vi è alcuna garanzia che il gruppo sarà in grado di soddisfare i suoi obblighi finanziari previsti dai documenti di finanziamento pertinenti e da altri contratti”, ha esplicitato il consiglio d’amministrazione nella sua dichiarazione del 14 settembre. “Se il gruppo non sarà in grado di soddisfare il suo obbligo di garanzia o di rimborsare un qualsiasi debito alla scadenza, o di concordare con i relativi creditori un prolungamento di tali debiti oppure degli accordi alternativi, potrebbe verificarsi un’insolvenza incrociata ai sensi degli accordi di finanziamento esistenti del gruppo, e i creditori in questione potrebbero richiedere un rimborso accelerato”, ha aggiunto il cda.

E il governo cinese?

L’attenzione di tutti è anche sul governo cinese. Ci si domanda se interverrà e aiuterà la Evergrande a uscire dalla crisi. Come ha riferito Bloomberg News, le autorità del Guangdong hanno già respinto almeno una richiesta di salvataggio da parte del fondatore dell’azienda.

Ma lasciar fallire la Evergrande potrebbe avere effetti a catena in tutta la Cina, portando sia a turbolenze finanziarie sia a disordini tra la popolazione, due cose che il presidente Xi Jinping e il suo governo, strenui nemici del rischio, desiderano fortemente evitare.

(Traduzione di Federico Ferrone da Internazionale )

Questo articolo è uscito su Al Jazeera.

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