ACCIAIO: 2021 DI RECUPERO, 2022 DI INCERTEZZA

A Made in Steel la presentazione dell’anteprima di Bilanci d’Acciaio 2021, l’analisi economico finanziaria dei risultati delle imprese della filiera siderurgica condotta da siderweb – La community dell’acciaio.
Il presidente di siderweb e Made in Steel, Emanuele Morandi: «Bilanci d’Acciaio è un unicum nel panorama siderurgico internazionale. È un brand italiano che altre filiere siderurgiche ci invidiano»

Nel 2020 calo del fatturato, ma miglioramento dell’utile.

Il sondaggio di siderweb in collaborazione con BPER Banca: nel 2021 il 90% delle imprese prevede un aumento di fatturato e un incremento del risultato economico.

Più conservative le previsioni per il 2022.

Dopo il generale rallentamento del 2019, nel 2020 è calato il fatturato della filiera dell’acciaio nazionale, che ha portato a un’analoga diminuzione del valore aggiunto. La redditività è risultata positiva in tutti i comparti; la pandemia di Covid-19 ha colpito maggiormente i produttori rispetto alle componenti più a valle.

È quanto è emerso dalla presentazione in anteprima dello studio Bilanci d’Acciaio 2021, ideato dall’Ufficio Studi siderweb, realizzato in collaborazione con i professori Claudio Teodori e Cristian Carini dell’Università degli Studi di Brescia e sponsorizzato da BPER Banca, Coface e Regesta. L’analisi ha valutato la situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale delle imprese siderurgiche nazionali attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati dei bilanci di esercizio 2020.

I risultati preliminari dello studio sono stati presentati questo pomeriggio a Made in Steel, la principale Conference & Exhibition del Sud Europa per la filiera siderurgica, organizzata da siderweb – La community dell’acciaio, che si chiude oggi a Fieramilano Rho. L’analisi completa sarà illustrata in un evento dedicato a novembre.

Così Emanuele Morandi, Presidente di Made in Steel e di siderweb: «Per la prima volta portiamo l’evento di Bilanci d’Acciaio all’interno di Made in Steel. Il contenuto, cioè i numeri dei bilanci e quello che riescono a raccontarci, si sposa perfettamente con il contenitore. Bilanci d’Acciaio, giunto alla tredicesima edizione, rappresenta un unicum nel panorama siderurgico internazionale. È un brand tutto italiano che altre filiere siderurgiche ci invidiano. In questa occasione abbiamo presentato lo stato di salute, la robustezza e la solidità dei vari anelli della filiera al 31 dicembre 2020. Inoltre, abbiamo tratto le conclusioni derivanti dalla survey proposta agli operatori negli scorsi mesi, dalla quale sono emersi risultati particolarmente positivi e un rimbalzo addirittura non previsto in precedenza».

CALA IL FATTURATO, MA MIGLIORA L’UTILE – I bilanci analizzati in questa fase preliminare sono oltre 2.200 e coprono solo la parte “alta” della filiera siderurgica: produzione di acciaio e prima trasformazione, centri servizio, distribuzione, commercio di rottame e ferroleghe e taglio e lavorazione della lamiera (l’analisi completa, che comprenderà anche i risultati degli utilizzatori di acciaio, tradizionalmente esaminati nella ricerca Bilanci d’Acciaio, sarà presentata a novembre in un evento dedicato). 

Il 2020 è stato un anno di regresso, condizionato dalle limitazioni all’attività economica legate alla pandemia di Covid-19. In particolare, il settore siderurgico ha risentito di un rallentamento nel primo semestre, a cui ha fatto seguito un recupero che però è stato insufficiente a colmare la lacuna della prima parte dell’anno.

Il fatturato totale delle imprese della parte alta della filiera siderurgica (utilizzatori esclusi) nel 2020 è stato di 47,32 miliardi di euro (-15,5% rispetto al 2019). L’Ebitda è stato di 2,568 miliardi di euro (-15,0%). L’utile ha fatto registrare un incremento del 22,4% grazie al minor peso delle imposte rispetto al 2019 (696mila euro contro 395 milioni), arrivando a 330,035 milioni di euro. Il risultato, però, è stato nettamente inferiore a quello del 2018 (-79,0%).

  Fatturato Ebitda Utile
2018 57.851 4.336 1.573
2019 56.027 3.021 270
2020 47.319 2.568 331
Variazione % 2020/19 -15,5% -15,0% +22,4%

Fonte: Bilanci d’Acciaio 2021. Dati in milioni di €.

L’incidenza sul fatturato del valore aggiunto (6,77 miliardi di euro) è intorno al 14,3%, quota leggermente superiore al 2019 ma inferiore al 2018 (13,8% e 14,8% rispettivamente).

Indicatori 2020 2019 2018
ROA (return on assets) 1,3% 2,1% 5,0%
ROS (return on sales) 1,5% 1,9% 4,4%
ROE (return on equity) 1,5% 1,4% 8,6%
Ebitda/fatturato 5,4% 5,4% 7,5%
Valore aggiunto/fatturato 14,3% 13,8% 14,8%

Fonte: Bilanci d’Acciaio 2021. Valori relativi all’intero settore.

IL SENTIMENT DELL’ACCIAIO TRA PANDEMIA E PNRR – In collaborazione con BPER Banca, siderweb ha sottoposto un questionario a un campione rappresentativo della filiera dell’acciaio nazionale (circa 100 imprese, appartenenti prevalentemente a tre comparti: 35% produzione, 25% centri servizio, 21% distribuzione). Le domande hanno riguardato le attese per i risultati di bilancio 2021 e le prospettive per il 2022. Ecco quanto è emerso.

Fatturato: Nel 2021, il 90% prevede un aumento del fatturato, di cui poco meno di un terzo superiore al 50%. Nel 2022 si assiste a un rallentamento dello sviluppo: il 35% pensa di stabilizzare il giro d’affari; solo il 37% intravede un’ulteriore crescita.

Risultati economici: Nel 2021, il 90% prevede un incremento del risultato economico, in un quarto dei casi superiore al 100%. Nel 59% dei casi l’incidenza dell’Ebitda sul fatturato è inferiore al 10%. Solo un decimo delle imprese ha un valore più che soddisfacente, superiore al 15%.  

La situazione non migliora nel 2022: calano le imprese che si attendono un ulteriore incremento del risultato economico (59%) e aumentano quelle che si preparano a un calo (39%).  

Investimenti: Il 54% ha confermato o incrementato (23%) i budget. Il primo posto è occupato dagli investimenti in nuova tecnologia e innovazione.

PNRR: Il 68% indica di attendersi un impatto soddisfacente o molto soddisfacente.

Costi di materie prime e trasporti: Quanto ai costi delle materie prime, il 42% delle imprese dichiara incrementi sopra il 50%; il 37% tra il 30 e il 50%. Quanto all’andamento futuro, la percezione è di forte preoccupazione: il 58% ritiene che vi sarà una riduzione dei costi, ma una parte dell’incremento sarà consolidato; solo il 10% sostiene che la crescita sia temporanea con ritorno alla situazione preesistente.

Per i costi di trasporto, il 49% ritiene che una parte del rincaro rimarrà; il 40% non presume significativi cambiamenti per il 2022.

«Le imprese, anche grazie al sostegno europeo e italiano, stanno rispondendo in modo deciso alla pandemia, con uno sguardo attento all’evoluzione dell’economia che, in Italia, dopo tanti anni di retroguardia, sta assumendo valori adeguati anche se insufficienti per colmare anche una piccola parte del ritardo accumulato negli ultimi 20 anni. Dalle risposte emerge una sostanziale fiducia anche se connotata da grande prudenza: il 2022, infatti, lascia ancora molti dubbi, come si vede dalle previsioni dell’andamento del fatturato e dei risultati economici. Questi ultimi, infatti, non sono ancora soddisfacenti, soprattutto con riferimento all’Ebitda che rimane assai contenuto» ha spiegato Claudio Teodori, professore ordinario dell’Università degli Studi di Brescia.   

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