Il fronte del Brennero

Si infiamma lo scontro tra Italia e Austria sul fronte del Brennero. Uno scontro giuridico senza precedenti che vede le imprese italiane contrapposte sia all’Austria sia alla Commissione europea sulle limitazioni unilaterali al transito stradale dei mezzi pesanti imposte dal Tirolo proprio lungo l’asse del Brennero, ufficialmente per ragioni di tipo ambientale. Con inevitabili effetti sulle imprese del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. «Si tratta di restrizioni che vanno contro le logiche europee e che creano un danno economico enorme per le nostre imprese», afferma Franco Canil, presidente del Gruppo trasporti di Confindustria Veneto Est. Confindustria, insieme ad altre sue componenti associative, Anita, e altre associazioni dell’autotrasporto merci Fai e Fedit, ha infatti presentato appello sul giudizio di irricevibilità espresso dal Tribunale europeo in merito al ricorso depositato dalle associazioni sulle limitazioni unilaterali al transito stradale di mezzi pesanti imposte dal Tirolo lungo l’asse del Brennero. «I camion che dall’Italia attraversano il Brennero trasportano merce per la collettività europea», aggiunge Canil, «per cui il ricorso è doveroso dato che si tratta di restrizioni che vanno contro la logica europea. Le nostre imprese hanno investito sulle tecnologie e l’intermodalità, ma a causa dei divieti in Austria è a rischio la loro concorrenzialità. È necessario dunque reintrodurre i principi di libera circolazione delle merci per garantire una concorrenza equa tra i confini dell’Unione». Dal 1° gennaio 2023 l’Austria ha aumentato i pedaggi autostradali sull’asse austriaco del Brennero per i Tir con massa complessiva di 3,5 tonnellate. E il Land Tirolo ha prorogato fino al 31 dicembre 2023 l’esenzione per il traffico locale e per quello est-ovest dal divieto di circolazione settoriale per i Tir, penalizzando l’Italia e favorendo la Svizzera.

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