Investire in tecnologia per affrontare le nuove sfide

Lo scenario globale in cui le aziende, sia produttive che commerciali, operano presenta, oggi, caratteri di grande complessità per il susseguirsi di eventi straordinari che stanno accelerando il cambiamento, in alcuni casi la trasformazione, di interi settori.

È il caso della logistica, intesa come capacità di gestire end-to-end le catene di approvvigionamento globali armonizzandole con i mutevoli andamenti della domanda alle prese con sostanziali cambi di mentalità e con la necessità di superare, di volta in volta, le criticità imposte da pandemia, tensioni geopolitiche, conflitti internazionali, negative congiunture economiche.

Pertanto, si deve considerare di buon auspicio il risultato generale emerso nell’indagine annuale condotta da Blue Yonder, piattaforma americana leader mondiale nella gestione della supply chain, su un panel di alti dirigenti nel settore logistico con responsabilità della catena di fornitura e delle operazione produttive negli USA.

La grande maggioranza degli intervistati, infatti, pur a fronte delle continue interruzioni delle forniture, degli aumenti dei costi, della carenza di manodopera e delle continue pressioni in tema di sostenibilità, manifesta un crescente livello di ottimismo.

Un atteggiamento supportato dalla consapevolezza dei progressi compiuti dalla tecnologia nell’ottimizzazione delle catene di approvvigionamento.

Le sfide chiave

 Le difficoltà hanno indubbiamente agito da accelerante per l’applicazione di molte tecnologie che, spesso, hanno addirittura bruciato le tappe.

La maggior diffusione della digitalizzazione ha favorito l’automazione di molti processi contribuendo a contenere i tempi, aumentare la precisione marginalizzando gli spazi d’errore, ridurre i costi.

Soprattutto, ha favorito la nascita di un ambiente idoneo a ricevere applicazioni più sofisticate e risolutive sul piano strategico, capaci di assicurare che vengano prese le decisioni più corrette nella specifica situazione e che costituiscano una risposta operativa in tempo reale.

A tale proposito, il sondaggio individua quattro specifiche sfide che si pongono come aree critiche su cui si può intervenire con investimenti tecnologici mirati.

Nello specifico, l’87% dei dirigenti intervistati ha dichiarato di aver subito nel corso dell’ultimo anno interruzioni continue della catena di fornitura con il risultato, ravvisato da oltre la metà (52%) di essi, di subire ritardi nella consegna ai clienti finali.

L’altra grande problematica è costituita dall’aumento dei costi che ha provocato nel 48% dei casi una diminuzione dei margini di profitto. Molteplici le cause di tali aumenti che però in gran parte (48%) sono da attribuire alle materie prime, seguite a distanza dalle carenze nella disponibilità di prodotto a magazzino (15%), dai trasporti (14%) e dalla manodopera (14%).

Proprio la manodopera rappresenta un’ulteriore sfida per le difficoltà crescenti nel suo reperimento, al punto da costringere l’87% delle imprese ad introdurre modifiche di trattamento, salariale o organizzativo, per trattenere i dipendenti.

Infine, un’ultima area di criticità che le aziende sono chiamate ad affrontare è quella relativa al rispetto delle regole sulla sostenibilità soprattutto ambientale. A tale proposito l’84% degli intervistati dichiara che la propria azienda ha mantenuto o aumentato gli sforzi in tale direzione, mentre il 43% prevede di aumentare ulteriormente la sostenibilità delle proprie operazioni a monte.

 Gli investimenti tecnologici: AI e ML su tutti

Nell’ultimo anno oltre la metà delle imprese coinvolte nel sondaggio (52%) ha aumentato gli investimenti per introdurre o implementare applicazioni tecnologiche mirate a superare le sfide di settore.

Il processo di digitalizzazione risulta ulteriormente aumentato, favorito anche dalla convinzione delle imprese che i precedenti investimenti abbiano aumentato l’efficienza (54%), limitato le interruzioni delle supply chain (42%), contribuito alla crescita dei fatturati e migliorato i margini (39%).

A recitare il ruolo di primi attori, in questo contesto, sono indubbiamente l’Intelligenza Artificiale e l’Apprendimento Automatico (ML).

Le loro applicazioni sono le uniche ritenute in grado di affrontare il livello di complessità richiesto in quanto deve tener conto di un numero di variabili e combinazioni non gestibili materialmente dall’operatore.

AI ed ML sono invece in grado di elaborare grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti, sia interne che di terze parti, in tempi rapidissimi e fornire risposte sia sull’operatività immediata che in termini predittivi.

Le tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale e sull’Apprendimento Automatico possono quindi individuare e gestire automaticamente le interruzioni trovando il corretto equilibrio tra le diverse variabili in gioco quali costi, disponibilità di manodopera, normative per la sostenibilità ed altri fattori, conseguendo gli obiettivi di ottimizzazione delle catene di forniture di volta in volta posti.

Significativo osservare che, seppur limitatamente al campione di indagine, il 78% degli intervistati dichiara di utilizzare già AI e ML nelle loro catene di approvvigionamento con risultati soddisfacenti nell’ottimizzazione delle scorte di magazzino (33%), nella più generale gestione del magazzino (29%), nella gestione del rischio della supply chain (26%) e nella previsione della domanda (25%).

Fonte Logisticanews di Andrea Lombardo

Questo elemento è stato inserito in News. Aggiungilo ai segnalibri.