Il settore logistico internazionale si trova di fronte ancora una volta ad un’impennata dei premi assicurativi, per le navi che operano nel Mar Nero nella fattispecie.
La ragione è legata agli attacchi ucraini contro imbarcazioni legate alla flotta ombra che smercia gli idrocarburi della Federazione russa in barba alle sanzioni internazionali: gli strike ucraini hanno innescato una spirale di rischi percepiti che si riflette direttamente sui costi di copertura assicurativa e, di riflesso, sull’intera catena dello shipping.
Premi assicurativi in crescita
Secondo i principali broker internazionali, i premi di rischio di guerra per le navi che fanno scalo nei porti del Mar Nero sono aumentati di oltre il 250% in poche settimane.
Prima degli incidenti, le tariffe oscillavano tra lo 0,25% e lo 0,3% del valore della nave, mentre oggi, per alcuni porti ucraini, gli underwriter chiedono fino all’1%, un balzo che riflette la percezione di un conflitto che non si limita più alle infrastrutture terrestri, ma coinvolge direttamente il traffico marittimo.
Gli attacchi e la “flotta ombra”
Kiev ha rivendicato attacchi contro petroliere appartenenti alla cosiddetta “flotta ombra” russa, un insieme di navi che operano in segreto – per quanto sia cosa risaputa – per aggirare le sanzioni.
A questi episodi, i più eclatanti, si aggiungono altri incidenti che hanno coinvolto imbarcazioni legate a Mosca: la conseguenza è un innalzamento generale del livello di rischio percepito dagli assicuratori, che ora includono scenari di ripetizione e possibili rappresaglie russe.
Geopolitica regionale
Il presidente russo Vladimir Putin ha bollato gli attacchi come “pirateria” e ha minacciato di estendere le ritorsioni non solo contro porti e navi ucraine, ma anche contro imbarcazioni di Paesi che sostengono Kiev.
Nel frattempo, Romania, Bulgaria e Turchia hanno intensificato le operazioni di bonifica delle mine, con oltre 150 ordigni neutralizzati dal 2022. Episodi come la distruzione di un drone marittimo Sea Baby al largo di Costanza dimostrano che i rischi si estendono anche a Stati terzi.
L’impatto sui costi dello shipping
L’aumento dei premi assicurativi si traduce in un incremento diretto dei costi di trasporto: per una nave cisterna di grande capacità, il passaggio da uno 0,3% a un 1% del valore significa centinaia di migliaia di dollari aggiuntivi per singolo viaggio.
Chiaramente questa dinamica si riflette sui noli, sulle tariffe di trasporto e, a cascata, sui prezzi delle merci. Le compagnie di shipping che operano nella regione dovranno in questa fase valutare se continuare, se diversificare le rotte o se trasferire semplicemente parte dei costi ai clienti finali.
Gli scenari logistici
Per i responsabili della supply chain, la situazione del Mar Nero ricalca quella vissuta sino a pochi mesi or sono nel Mar Rosso, sebbene in questo caso si tratti di rotte con diversa rilevanza e l’area offra possibilità di diversificazione differenti.
Le circostanze come questa stanno divenendo un qualcosa di ricorrente e la richiesta di un approccio proattivo nei confronti di chi eroga servizi di collegamento e trasporto è ormai data per scontata.
L’analisi dei rischi, con la valutare attenta delle rotte e dei porti coinvolti, e la diversificazione, ossia il considerare delle alternative logistiche, anche se più lunghe o costose, sono imprescindibili ormai in qualsiasi teatro operativo.
Anche saper rinegoziare clausole con assicuratori e partner per gestire l’esposizione, monitorando l’evoluzione geopolitica ed integrando scenari di escalation nelle previsioni operative, è diventata la norma.
Questo si verifica per il Mar Nero, in quanto è, ad oggi, un teatro di tensioni che incide direttamente sui costi e sulla sicurezza dello shipping regionale, ma l’aumento dei premi assicurativi non è solo un mero dato tecnico, ma un segnale di come la guerra sta ridisegnando le regole del commercio marittimo.
Per i manager della logistica, il focus consiste nel trasformare l’incertezza in resilienza, adottando strategie che garantiscano continuità operativa e sostenibilità economica in un contesto sempre più instabile.
Fonte Logisticanews
dicembre 2025

