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Che export tira? Giugno 2024

Nel primo semestre dell’anno le esportazioni italiane sono risultate in flessione (-1,1%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sul calo della componente in volume (-2,8%) che non è stato compensato dall’aumento dei valori medi unitari (+1,8%).

1. Il mese di riferimento

La congiuntura. A giugno le esportazioni hanno riportato un lieve aumento su base mensile (+0,5% vs. maggio) chiudendo il secondo trimestre con una dinamica congiunturale stazionaria.

Il trend. L’export invece ha registrato una contrazione severa, peggiore delle attese, in termini tendenziali (-6,1%). La performance negativa è stata diffusa a tutti i settori – con l’esclusione di articoli farmaceutici, prodotti chimici e alimentari e bevande – e ha coinvolto quasi tutti i principali partner commerciali. 

Contesto globale. L’avanzo commerciale si è attestato a €5,1 mld a giugno sostenuto dall’area extra-Ue, a fronte di un contenuto disavanzo per l’Ue.

 2. Come è andata nei primi sei mesi del 2024?

Nel primo semestre dell’anno le esportazioni italiane sono risultate in flessione (-1,1%), sul calo della componente in volume (-2,8%) che non è stato compensato dall’aumento dei valori medi unitari (+1,8%). Contributi positivi rilevanti sono attribuibili a strumenti medici e preziosi (+19,5%) e alimentari e bevande (+7,7%). 

 2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea

Le esportazioni verso i Paesi Ue hanno continuato a mostrare un andamento negativo (-2,8%) su cui pesano soprattutto i cali segnati da Germania (-6,7%), Francia (-3,2%) e Belgio (-1,6%). Si confermano gli incrementi, seppur in attenuazione, di Spagna (+2,6%) e Polonia (+1,5%); bene i Paesi Bassi (+2,8%).

 Dinamica lievemente in espansione verso i Paesi extra-Ue (+0,8%), risultato però di performance eterogenee. I significativi rialzi verso Paesi OPEC (+11,1%) e Giappone (+5,9%) si contrappongono alle riduzioni di Svizzera (-6,4%) e Cina (-30,1%). In evidenza gli aumenti di Stati Uniti (+3,8%) e Regno Unito (+3,4%).

2.2. Focus Paesi

Nella prima metà dell’anno l’export di articoli in pelle è cresciuto a un buon ritmo verso l’India (+5,2%), mentre si è ridotto verso Germania (-4,6%) e Regno Unito (-7,1%). La domanda di mezzi di trasporto ha riportato un marcato incremento dal Regno Unito (+25,8%), in contrasto con la media settoriale, e ampi cali da India (-16,5%) e Germania (-17,7%). Gli apparecchi elettronici, invece, hanno visto andamenti favorevoli, anche se modesti, nel Regno Unito (+3%) e in Germania (+0,9%), a fronte di una flessione a doppia cifra in India (-11,8%).

2.3. Focus industrie e settori

I beni di consumo (+3,2%) sono l’unico raggruppamento ad aver registrato una crescita, sulla spinta sia di quelli durevoli (+9,6%) – che segnano un rialzo, persino elevato, nei volumi – sia dei beni non durevoli (+1,8%). La performance dei beni strumentali (-1,8%), invece, è diventata negativa per la prima volta da inizio anno a causa del deciso calo del dato in volume e malgrado l’aumento dei valori medi unitari.

Ha confermato l’ampia riduzione l’export di beni intermedi (-4,6%), frutto della contrazione sia dei valori medi unitari (-2,7%) che della componente in volume (-1,9%). Netta flessione anche per i prodotti energetici (-6,9%), determinata dall’ampia diminuzione delle vendite in quantità.

 Le esportazioni di articoli farmaceutici hanno riportato un modesto ma significativo rialzo (+1,2%), sul traino dei Paesi Ue (+7,2%) che ha più che compensato il calo verso quelli extra-Ue (-3,9%), su cui incide la performance della Cina (-89%), dove erano state registrate ingenti vendite nei primi mesi dello scorso anno.

Al contrario, la domanda di meccanica strumentale (-0,4%) ha visto il contributo positivo dei mercati al di fuori dell’area Ue (+2,6%), specie Paesi OPEC (+24,2%), Stati Uniti (+10,4%) e India (+5,8%). Il calo dei mobili (-3,9%) è diffuso a quasi tutti i principali mercati, con le eccezioni di destinazioni come Paesi OPEC (+13,4%), Polonia (+12,8%) e USA (+4,3%).

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