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    La gestione degli imballaggi per un futuro più sostenibile

    di Andrea Lombardo

    La logistica inversa è un processo che si occupa della gestione dei prodotti dopo la vendita. Include attività come il recupero di prodotti difettosi o inutilizzati, il loro riciclaggio, e la gestione dei rifiuti, inclusi gli imballaggi.

    I programmi ad essa legati possono rappresentare un’importante strategia per ridurre l’impatto ambientale delle aziende che desiderano essere più sostenibili. Infatti, attraverso il riutilizzo, il riciclaggio e la riduzione degli sprechi, è possibile contribuire a proteggere l’ambiente e a ridurre l’impronta di carbonio derivante dalle attività produttive e commerciali.

    Diverse analisi hanno esaminato l’impatto della logistica inversa su svariati settori industriali, tra cui l’elettronica di consumo, l’automotive e la moda, rilevando che la messa a punto di specifiche azioni nel suo ambito produce importanti riduzioni delle emissioni di CO2.

    Una migliore sostenibilità

    Uno studio condotto dalla società di consulenza McKinsey, in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation,intitolato “Reverse logistics: a strategic tool for sustainability“, pubblicato nel 2022, ha evidenziato come la logistica inversa nel settore dell’elettronica di consumo, possa ridurre le emissioni di CO2 anche del 30% rispetto alla situazione in cui i prodotti obsoleti vengono smaltiti in discarica.

    I risultati dello studio sono stati ottenuti grazie a diversi fattori, tra cui Il riutilizzo ed il riciclaggio degli imballaggi, con l’obiettivo di ridurre la necessità di materie prime vergini e minimizzare la quantità di rifiuti da eliminare.

    A questa operazione si affianca Il recupero dei componenti, che possono essere impiegati per la produzione di nuovi prodotti ed il riadattamento dei prodotti dismessi.

    Lo studio ha inoltre valutato la riduzione dei trasporti, grazie al consolidamento dei resi attraverso la raccolta centralizzata in specifici centri, allo scopo di limitare il numero di viaggi necessari per il loro trasporto.

    Parimenti gli analisti hanno tenuto conto dell’ottimizzazione delle rotte per contenere le distanze percorse e l’effetto della diminuzione delle emissioni di gas serra associate al minor conferimento di rifiuti in discarica per il loro smaltimento.

    E’ stato anche considerato il possibile risparmio economico per le aziende, grazie alla riduzione dei costi di smaltimento e alla valorizzazione dei materiali recuperati.

    Il recupero degli imballaggi

    Un’altra ricerca, di recente presentazione, denominata “Analisi LCA comparativa: Soluzioni per una reverse logistics sostenibile nel settore del packaging domestico”, realizzata da Interzero Italy per Erion Packaging, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione degli Imballaggi correlati ai prodotti tecnologici, focalizza la sua attenzione sugli imballaggi di elettrodomestici, confermando nella sostanza i risultati appena visti.

    Lo scenario analizzato ha previsto il ritiro degli imballaggi dai consumatori per opera degli stessi installatori e il loro riutilizzo o riciclaggio. I risultati hanno dimostrato che l’implementazione di una tale soluzione di logistica inversa consentirebbe di ridurre le emissioni di CO2 in maniera ancora più sensibile rispetto alla situazione cosiddetta “asis”.

    Questo risultato tiene conto di una molteplicità di indicatori, tra cui la riduzione dell’ozono, il consumo delle risorse e la presenza di minerali e metalli, nonché la quantità e qualità della materia prima riciclata, l’ottimizzazione della logistica e la possibilità di evitare il processo di selezione.

    La ricerca dimostra che la corretta gestione degli imballaggi si ripercuote positivamente sia in termini ambientali che economici generando, in entrambi i casi, benefici rilevanti ai diversi livelli della filiera.

    Un movimento globale

    Lo stato dell’arte della logistica inversa è in crescita in tutte le principali regioni del mondo. Le aziende stanno iniziando a riconoscerne l’importanza per ridurre il loro impatto ambientale e migliorare la loro efficienza.

    L’Europa è leader mondiale nella logistica inversa, con un mercato che vale oltre 200 miliardi di euro. Le aziende europee hanno iniziato a implementare soluzioni di logistica inversa già negli anni ’90, ed oggi essa è una pratica consolidata in molti settori per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza della supply chain.

    Secondo dati DHL, nel 2022 il 60% delle aziende europee ha implementato almeno una forma di logistica inversa, investendo mediamente il 3% delle loro entrate nella logistica inversa principalmente in settori quali il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, la gestione dei resi e la riduzione dei rifiuti.

    Il mercato della logistica inversa negli Stati Uniti vale oltre 100 miliardi di dollari ed ha coinvolto nel 2022 circa il 55% delle aziende americane. I settori più avanzati sono l’elettronica di consumo, l’automotive  e l’alimentare.

    Secondo uno studio condotto da McKinsey, le aziende investono in media il 2% delle loro entrate nella logistica inversa spinte da una serie di fattori, tra cui le crescenti normative ambientali, l’aumentata consapevolezza dei consumatori e la pressione dei fornitori.

    L’Asia si ritiene che avrà un tasso di crescita medio annuo del 6% nei prossimi cinque anni del mercato della logistica inversa (stima Deloitte, 2022), giustificato anche da un punto di partenza maggiormente critico nel recente passato.

    Oggi gli investimenti sono sostenuti dalla crescente domanda globale di prodotti sostenibili, la maggior complessità della supply chain e l’aumentata pressione dei consumatori per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza.

    Fonte Logistica news

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