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L’agroalimentare traina l’area (+3,7%), mentre sistema moda e sistema casa flettono

Export dei distretti del Mezzogiorno stabile (+0,4%) nel 2024

Giugno 2025

Nel 2024 i distretti ‘tradizionali’ del Mezzogiorno hanno totalizzato quasi 9,9 miliardi di esportazioni a valori correnti, con un +0,4% sull’anno precedente. Nel dettaglio, dopo i primi tre mesi in calo (-2,2%), i due trimestri centrali hanno registrato rimbalzi rispettivamente del +3,6% e del +4%, mentre il quarto ha segnato nuovamente una flessione (-3,2%). Parallelamente, i poli tecnologici dell’area hanno visto invece una crescita dell’8,9%, nonostante il rallentamento del secondo semestre, culminato nel -9,3% tra ottobre e dicembre.

Il quadro è offerto dal consueto Monitor di Intesa Sanpaolo, secondo il quale l’andamento così diverso tra componenti riflette da un lato una domanda internazionale ancora debole e le sfide legate alla lenta ripresa dei consumi delle famiglie, dall’altro la capacità di reazione delle filiere di specializzazione tipiche del territorio. Nel complesso, si sono distinti i comparti agro-alimentare e farmaceutico, che hanno attenuato la contrazione subita dalle altre filiere penalizzate dalla debolezza della domanda di beni durevoli e semidurevoli.

Guardando da vicino le sei regioni del Mezzogiorno, lo scenario appare molto variegato. L’Abruzzo segna un brillante +8,9%, trainato dai Vini del Montepulciano d’Abruzzo (+19,4%) e dalla Pasta di Fara (+8,5%), mentre la Basilicata registra una flessione del 20,7%, per l’arretramento del Mobile imbottito della Murgia.
Campania e Puglia rimangono sostanzialmente stabili, la Sicilia cresce dell’1,1% e la Sardegna cede il -0,1%, con il Lattiero-caseario sardo che segna +1,4% a fronte del -12,5% del Sughero di Calangianus.

Anche tra gli altri distretti tradizionali si osservano dinamiche molto differenziate. Questo l’elenco evidenziato dagli analisti: Olio e pasta del Barese registrano un incremento del 24,5%, sostenuti dalla domanda in Germania, Stati Uniti e Canada; Ortofrutta di Catania (+12,2%)Caffè e confetterie del napoletano (+10,7%)Ortofrutta del barese (+4,7%)Ortofrutta e conserve del foggiano (+1,4%)Alimentare napoletano (+1,2%)Mozzarella di bufala campana (+0,3%)Conserve di Nocera (0%)Alimentare di Avellino (-1%); Vini e liquori della Sicilia occidentale (-1,7%); Agricoltura della Piana del Sele (-3%); Agricoltura della Sicilia sud-orientale (-11%); Abbigliamento sud abruzzese (+20,4%)Calzetteria-abbigliamento del Salento (+6,4%)Concia di Solofra (+4,2%)Abbigliamento del barese (+0,3%)Calzature del nord barese (-1,8%)Abbigliamento del napoletano (-3,1%); Abbigliamento nord abruzzese (-5,1%); Calzature napoletane (-7,2%); Calzature di Casarano (-18,2%); Mobilio abruzzese (-5,1%).

La Meccatronica del Barese, che non rientra fra i tre macrosettori principali del Mezzogiorno, infine evidenzia una diminuzione delle esportazioni del -5,1%, soprattutto per il crollo delle vendite in Germania (-20,7%), riflettendo il rallentamento dell’automotive anche se, rileva l’analisi, il distretto sta intensificando gli sforzi per diversificare i mercati e rafforzare la competitività internazionale grazie alle sue applicazioni nell’automazione industriale e nell’aerospazio.

Puntando lo sguardo in particolare alle specializzazioni territoriali, lo studio rileva come l’agro-alimentare sia l’unico motore di crescita con un aumento del 3,7%, mentre il sistema moda registra un calo del 2,8%, e il sistema casa evidenzia la contrazione più marcata, pari al -13,3%, trainata dal Mobile imbottito della Murgia.

Rivolgendo l’attenzione alle destinazioni, l’analisi di Intesa Sanpaolo evidenzia un andamento stabile (-0,2%) verso i mercati maturi, mentre quelli emergenti crescono del +2,2%.
I mercati lontani spingono (+4,4% i maturi; +4,6% gli emergenti) grazie a Stati Uniti (+4%), Arabia Saudita (+24,2%), Libia (+14,6%) e Repubblica di Corea (+5,3%), mentre i vicini mostrano andamenti più contenuti (+1,2% gli emergenti vicini; -1,5% i maturi vicini)Gli Stati Uniti restano comunque uno sbocco fondamentale, con l’11,5 % dell’export totale.

Guardando poi ai sei poli tecnologici del Mezzogiorno, l’analisi riscontra un totale di 9,2 miliardi di euro di esportazioni, con un +8,9% rispetto al 2023 (a fronte del +10,9% della media nazionale dei poli tecnologici).
Il Polo farmaceutico di Napoli fa da traino con un +19,8%, attestandosi a 7,1 miliardi di euro; al contrario, l’aerospaziale della Campania soffre un calo del -5,8% (a quota 698 milioni), mentre il Polo ICT di Catania subisce una flessione più marcata del 25,9% (scendendo anch’esso a 698 milioni). In Puglia il Polo aerospaziale cede il 16,5% (326 milioni), il Polo ICT dell’Aquila perde il 9,2% (226 milioni) e quello farmaceutico di Catania arretra del -25,3%, attestandosi a 147 milioni.

Fonte SUPPLY CHAIN ITALY 

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