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    Mediterraneo: l’Italia piattaforma di connessioni per nuova economia del mare

    “Non possiamo pensare all’Italia semplicemente come a una piattaforma logistica di arrivo delle merci perché essere una piattaforma in cui le merci passano per andare altrove lascia un valore limitato sui territori. In quest’ultimo anno e mezzo abbiamo immaginato l’Italia come un luogo di trasformazione e di partenza, non solo di arrivo, delle merci, il che richiede un cambiamento di ottica molto importante, che spiega il forte investimento sui retroporti, dove potrebbero installarsi imprese che tornano a produrre in Europa, seguendo la tendenza al reshoring indotto dalla pandemia e dalle tensioni geopolitiche”. Questo il messaggio che il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha lanciato oggi nel suo intervento alla quarantatreesima edizione del Meeting di Rimini dove ha partecipato al panel sul tema “Mare nostrum: il Mediterraneo, nuovo nodo di connessioni”.
    Un’occasione importante, che segna la ripresa delle attività dopo la pausa estiva, per fare il punto sul ruolo dell’Italia come piattaforma fisica, culturale, economica e sociale di connessioni, in una posizione strategica nel Mare Mediterraneo che collega Europa, Asia e Africa. Con questa vocazione l’Italia ha di fronte sfide fondamentali che guardano alla transizione ecologica, alla sostenibilità e alla resilienza delle infrastrutture e della mobilità, alla modernizzazione e all’innovazione dei porti, ad una nuova economia del mare connessa con quella ‘di terra’ che potenzia e aggiunge valore ai semplici flussi di persone e di beni.
    “Dobbiamo superare certi stereotipi” ha proseguito il Ministro. “Pensare che le merci arrivino in Sicilia o Gioia Tauro e poi continuino a viaggiare per tutta l’Italia in treno, per poi proseguire verso la Germania e i paesi del centro Europa, a fronte dell’ipotesi di arrivare direttamente a Genova e a Trieste, è un non-senso a causa dei costi. Ben diverso, ed è quello che stiamo facendo con gli investimenti senza precedenti sulla portualità, è potenziare le diverse specificità dei porti, dove l’Italia ha grandi opportunità, come mostra anche Gioia Tauro per il cosiddetto reshipping”. 
    Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), ha precisato il Ministro, offre un’opportunità unica e irripetibile per realizzare una nuova fase di sviluppo del Paese, compreso il Mezzogiorno, su nuove basi, come una vera intermodalita’. “Grazie alle risorse del Pnrr i porti e i retroporti saranno valorizzati e saranno realizzate interconnessioni con ferrovie e aeroporti”.  
    “Oltre ai 61 miliardi di euro del Pnrr e del Piano Nazionale Complementare stanno per arrivare 50 miliardi dal Fondo sviluppo e coesione e altri 80 miliardi di fondi europei ordinari. Un totale di 130 miliardi che vanno programmati nel corso del prossimo anno e che costituiscono una grande opportunità per completare e integrare il Pnrr. Le Regioni – ha concluso il Ministro – avranno un ruolo importante per decidere la destinazione dei fondi: si può decidere di distribuire a pioggia, ma abbiamo visto negli anni passati che in questo modo non si ottengono risultati positivi. Oppure si può decidere di concentrarl, in coerenza con il Pnrr e gli altri fondi stanziati dal Governo, per creare un effetto volano”.

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