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    Prove di fase 2 nella logistica

    Bastano due righe infilate nell’articolo 2, ultimo comma, del decreto varato venerdì sera dal governo per evitare che circa 400mila container (pieni e vuoti) possano bloccarsi sulle banchine dei grandi porti italiani, negli interporti e nei principali centri nazionali di distribuzione della merce.

    La riapertura dei magazzini

    Da martedì 14 aprile è prevista la riapertura dei magazzini delle aziende industriali la cui attività produttiva è al momento sospesa in seguito al lockdown. Il via libera riguarda sia la merce in entrata sia i prodotti in uscita. Un passo importante in vista della fase 2, sia per le imprese della logistica, che torneranno a consegnare la merce altrimenti bloccata, sia per le aziende industriali, che potranno riavviare gli approvvigionamenti di materie prime e farsi così trovare pronte all’appuntamento con l’agognata ripresa.

    Il parere degli operatori


    Dice Ivano Russo, direttore generale di Confetra (la Confederazione generale dei trasporti e della logistica): «Finalmente trova soluzione una delicatissima questione che da settimane stava impattando negativamente sul ciclo operativo del trasporto e della movimentazione delle merci. L’apertura dei magazzini delle imprese produttrici attualmente ferme, ci consente di riprendere consegne e trasporto di merci».

    Una boccata d’ossigeno per il settore e la soluzione al problema del congestionamento crescente dei centri logistici e degli hub infrastrutturali di transito. «Tra l’altro facendo ripartire la costituzione delle scorte, quando sarà terminato il lockdown, le imprese potranno essere immediatamente operative e riprendere la produzione» osserva Russo.

    «Più volte in queste settimane – continua Russo – abbiamo segnalato le difficoltà in porti come La Spezia, Venezia, Trieste, Ravenna e altri ancora alle prese con le giacenze di container sulle banchine. Nella filiera logistica, le categorie più coinvolte sarebbero state gli agenti marittimi, gli spedizionieri, i terminalisti e i gestori di magazzini. Inoltre, se i container sono fermi sui moli, ne risente anche l’autotrasporto, che ha meno merce da trasportare».

    La chiusura dei magazzini delle aziende industriali, a partire dallo scorso 22 marzo, ha causato, a cascata, problemi rilevanti alla filiera della logistica italiana. Continua Russo: «La merce ferma sui piazzali o nei terminal ha un costo, perché il gestore pretende un compenso per l’occupazione degli spazi.

    Lo sblocco delle scorte


    Se il decreto del governo non avesse riaperto i magazzini industriali, la merce sarebbe rimasta bloccata almeno fino al prossimo 3 maggio. Un’eternità. Inoltre la riapertura è ben accolta anche dalle aziende, che aspettano le materie prime (acciaio,alluminio, legname) in vista della ripresa delle attività».

    Anche Confindustria plaude alla decisione del governo sulla riapertura dei magazzini industriali: «La disposizione del Dpcm del 10 aprile rappresenta un segnale molto positivo per le imprese della produzione e dell’intera filiera logistica. La gestione dei magazzini – rimarca Giuseppe Mele, responsabile del settore Infrastrutture e Trasporti di Confindustria – consente ora alle imprese di completare operazioni avviate prima della sospensione, come ordini di materie prime e semilavorati per la produzione o consegne di prodotti finiti e depositati presso l’azienda, evita sovracosti di deposito temporaneo presso terzi di materiali in arrivo e pagamenti di penali per prodotti finiti e non consegnati, ma anche di prepararsi alla ripresa della produzione, come stanno già facendo alcune grandi imprese».

    Risolta la questione dei magazzini, ora Conferta si concentra su un’ulteriore questione ancora aperta: le tutele da garantire alle imprese di distribuzione e consegna. «Resta da affrontare urgentemente – spiega Russo – il tema dei corrieri e di come tutelare l’operatività delle imprese che operano i servizi di distribuzione urbana e consegna. Fedit, nostra associata, ha già posto più volte la questione alla presidenza del Consiglio e al ministero dei Trasporti (Mit): senza un intervento risolutivo che garantisca davvero l’attuazione del Dl sicurezza, rischiamo di non avere più furgoni in strada di qui a qualche giorno».

    Fonte: IL SOLE 24 ORE

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