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Scambi commerciali globali e dazi, preoccupazioni per la logistica

Negli ultimi mesi, le previsioni sul commercio globale hanno subito una drastica revisione al ribasso a causa delle politiche tariffarie adottate dagli Stati Uniti. Le tensioni tra Washington e i suoi principali partner commerciali, in particolare la Cina e la UE, hanno generato un clima di incertezza che sta incidendo profondamente sulla crescita economica e sui flussi logistici internazionali. 

Analizzare i fattori in gioco non è semplice e le conseguenze che potrebbero avere sul commercio e sulla logistica globale nemmeno, ma, in un certo senso, doveroso.

Scambi internazionali in contrazione

Secondo le ultime stime della World Trade Organization (WTO), il volume del commercio mondiale di merci potrebbe diminuire dello 0,2% nel 2025, con un possibile calo fino al -1,5% se le tensioni tariffarie peggiorassero ulteriormente. Da questo punto di vista proprio le misure protezionistiche introdotte dall’amministrazione Trump giocano un ruolo importante: esse stanno infatti incidendo sulla capacità delle imprese di pianificare investimenti e operazioni commerciali, generando un effetto domino su vari settori economici.

Le ripercussioni sulla crescita globale

L’UNCTAD, dal canto suo, ha evidenziato come l’incertezza legata alle politiche tariffarie stia rallentando la crescita economica mondiale, che per il 2025 è ora prevista al 2,3%: anche per quanto la riguarda, la combinazione tra volatilità finanziaria e shock commerciali sta frenando le decisioni di investimento e riducendo le opportunità di impiego. Un quadro di tale complessità sta di riflesso mettendo in difficoltà molte economie emergenti, che dipendono fortemente dagli scambi internazionali per sostenere la propria crescita.

Soffre anche la domanda di petrolio

Le tensioni commerciali non lasciano da parte nemmeno il settore energetico, sebbene le azioni del settore siano state tra le poche coinvolte marginalmente dai rimbalzi delle Borse. Le principali istituzioni hanno rivisto al ribasso anche le previsioni di crescita della domanda di petrolio: l’OPEC ha previsto una diminuzione pari a 150mila barili per il 2025, partendo da una stima al ribasso per il biennio 2023-24 di 100mila barili che inchiodava la domanda abbondantemente al di sotto dei livelli pre-Covid.

Non andrebbe meglio il 2026, con una domanda al momento ridimensionata di -0,3 milioni di tonnellate di greggio.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha ridotto le sue stime a 730.000 barili al giorno nel 2025 e a 690.000 nel 2026, dati indicano un rallentamento delle attività produttive e della logistica globale, denunciando una contrazione della domanda di energia.

In difficoltà il trasporto container

Uno degli effetti più tangibili della disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina è il calo dei volumi nel trasporto marittimo di container. 

Secondo Linerlytica, le prenotazioni di carico nei prossimi mesi sono previste in calo in una forbice tra il -30 e il -60% in Cina e del 10-20% nel resto dell’Asia, riflesso della difficoltà delle imprese nel mantenere flussi stabili di merci attraverso il Pacifico, con ripercussioni significative sulla gestione logistica e, potenzialmente, sulle catene di approvvigionamento globali.

Reazioni legali intestine agli USA

Lo Stato della California ha deciso di intraprendere un’azione legale contro le politiche tariffarie di Trump, sostenendo che queste misure causano danni economici significativi allo stato e alla nazione; si tratta di un’iniziativa che potrebbe aprire la strada a ulteriori opposizioni politiche interne alle politiche protezionistiche, ma resta da vedere quanto le proteste, anche formali, potranno influenzare le scelte economiche dell’amministrazione statunitense.

Intanto l’incertezza in merito alle politiche tariffarie statunitensi sta esercitando una pressione crescente sull’economia globale e sui sistemi logistici internazionali. Se le tensioni continueranno a intensificarsi, il commercio mondiale potrebbe registrare uno dei cali più marcati degli ultimi decenni, con effetti di lunga durata sulla crescita economica, con tutto quanto ne consegue anche per le catene di approvvigionamento. La capacità dei governi e delle imprese di reagire e fare fronte a questo nuovo scenario – e, prima ancora, di leggerlo correttamente – sarà determinante per limitare le negatività e ridisegnare un equilibrio commerciale sostenibile.

Fonte: splash247.com/ Logisticanews Andrea Lombardo

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