La Corte di Giustizia UE con sentenza del 28 ottobre 2020 – in allegato – ha stabilito che i costi connessi alla polizia stradale non possono essere computati per calcolare i pedaggi per l’uso della rete stradale transeuropea da parte degli autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada. Tali costi, pertanto, non rientrano nei costi d’infrastruttura in base ai quali deve essere calcolata l’aliquota di pedaggio.
ANITA, da sempre in prima linea nel far valere i diritti degli autotrasportatori, ha valutato l’opportunità di intraprendere azioni a beneficio delle imprese associate e ha già preso contatti con uno Studio legale tedesco.
La sentenza della Corte UE fa seguito ad un ricorso presentato da un autotrasportatore polacco dinanzi al Giudice tedesco volto ad ottenere il rimborso delle somme pagate a titolo di pedaggi per l’uso delle autostrade federali tedesche. Il Giudice tedesco aveva poi interpellato – con rinvio pregiudiziale – la Corte di giustizia UE in merito all’interpretazione della Direttiva 1999/62/CE, così come modificata dalla Direttiva 2006/38/CE, relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l’uso di alcune infrastrutture.
La Corte di Giustizia UE dichiara innanzitutto che la Direttiva impartisce agli Stati membri che introducono o mantengono pedaggi sulla rete stradale transeuropea un obbligo preciso e incondizionato di determinare i livelli di tali pedaggi tenendo conto unicamente dei costi di infrastruttura, ossia i costi di costruzione, di esercizio, di manutenzione e di sviluppo della rete di infrastruttura di cui trattasi. La Corte UE rileva, altresì, che le attività di polizia stradale rientrano nella responsabilità dello Stato che agisce nell’esercizio delle sue prerogative di potere pubblico e non in quanto operatore dell’infrastruttura stradale.
Segreteria generale ANITA
