La crisi del Mar Rosso ha obbligato le compagnie a riorganizzare le rotte, determinando non solo un allungamento dei viaggi ma anche un’impennata dei ricavi
Il 2024 si sta rivelando un anno eccezionale per il trasporto marittimo globale, con un incremento senza precedenti dei volumi movimentati in termini di tonnellate per miglio percorso, indicatore chiave per misurare la domanda effettiva. La crisi logistica nel Mar Rosso – alimentata dalle tensioni geopolitiche – e la siccità che ha limitato il traffico attraverso il Canale di Panama, sono stati i fattori principali ad aver innescato questa espansione significativa delle distanze medie percorse dalle merci. Una dinamica che ha sostenuto le tariffe a livelli altamente remunerativi, beneficiando tutti i principali segmenti dello shipping.
A quantificare il fenomeno aiutano le ultime analisi elaborate da Clarksons Research, secondo cui il commercio marittimo internazionale è destinato a crescere del 6,5% quest’anno in termini di tonnellate per miglio percorso, segnando il tasso di espansione più rapido degli ultimi 14 anni. Per mettere in prospettiva questo dato, la crescita media annuale dalla crisi finanziaria del 2008 si era attestata intorno al 2,9%. Aiutano a inquadrare bene come la complessità crescente delle rotte commerciali e la frammentazione dei mercati stiano modificando gli equilibri del settore, anche i numeri dell’indice ClarkSea, un indicatore trasversale che sintetizza i guadagni medi delle navi che operano in diversi segmenti, che ha raggiunto recentemente i 23.022 dollari al giorno, un valore superiore del 32% rispetto alla media decennale.
La crisi del Mar Rosso aggravata dall’intensificarsi delle attività degli Houthi contro il traffico mercantile, in maniera particolare ha avuto un impatto significativo sulla configurazione delle rotte per le navi portacontainer. I cambiamenti innescati, ovviamente, si riflettono anche nei risultati finanziari delle compagnie di navigazione, tanto che secondo le stime di Blue Alpha Capital, il segmento ha registrato un utile combinato di 26,8 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2024, più del doppio rispetto a quanto realizzato dall’intero comparto in qualsiasi anno precedente, escludendo il periodo della pandemia di Covid-19.
Il volume totale del commercio marittimo mondiale è stimato in 12,6 miliardi di tonnellate per il 2024, con un totale di 66,6 trilioni di tonnellate per miglio percorso, un dato che Clarksons Research ha definito “straordinario”.
Se da un lato, dunque, la frammentazione delle rotte pone sfide operative significative, dall’altro rappresenta un’opportunità unica per gli armatori, che stanno ottenendo risultati senza precedenti capitalizzando su questi cambiamenti. I profitti eccezionali di oggi, però, sono appunto frutto di circostanze straordinarie e non strutturali. Sul lungo periodo non si può prescindere dalla sicurezza delle rotte marittime o dalla resilienza di infrastrutture critiche come quella del Canale di Panama.
M.V.
NOVEMBRE 2024
Ship2Shore