“‘Voglia di crescita’’ è un mood che non esprime solo un desiderio, ma rispecchia un più generale sentire comune di tutti gli imprenditori italiani, profondamente convinti che le incredibili capacità di cui disponiamo non possano rimanere inespresse ma debbano trovare la via per sprigionare appieno le loro potenzialità”. Così il presidente di Anita, Thomas Baumgartner, riassume la mission racchiusa nel titolo dell’Assemblea annuale, tenutasi a Roma, al Grand Hotel Parco dei Principi, dove i principali protagonisti del settore si sono confrontati anche sulle sfide future da intraprendere. Un dibattito avviato con due focus specifici: il primo sulle dinamiche economiche e di competitività dei settori produttivi, affidato a Roberto Manducci dell’Istat; il secondo sugli scenari geoeconomici con Alessandra Lanza di Prometeia. A seguire, una tavola rotonda con Baumgartner, Zeno D’Agostino (Associazione europea dei Porti e AdSP Mare Adriatico orientale), Matteo Gasparato (UIR), Marco Gosso (Mercitalia Logistics), Elisa Grande (Ministero Infrastrutture e Trasporti). La chiusura dei lavori è stata affidata al presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
“La logistica va vista sempre più come servizio che crea valore aggiunto – ha
subito spiegato Baumgartner nel suo intervento – non come mero costo da
sopportare. È importante che tutti gli stakeholder della filiera, incluse le
istituzioni, sposino questo concetto affinché la collettività percepisca
l’esistenza del fattore ‘mobilità’ e del suo valore. Il trasporto e la
logistica – sottolinea – danno un contributo fondamentale al Pil
nazionale”. La nostra “Voglia di crescita” – chiosa il presidente di Anita – si
traduce in una strategia a 360° centrata sul sostegno all’interscambio
commerciale, sullo stimolo della domanda interna, su una più spinta
integrazione modale, sulla trasformazione digitale delle imprese e della
Pubblica Amministrazione, su un’Europa più forte. Ma per crescere, ricorda
Baumgartner, “abbiamo bisogno di un Paese che ci metta nelle condizioni di
poter competere ad armi pari in Italia e in Europa e che riconosca il valore
delle nostre imprese, a prescindere dalla dimensione aziendale”.
“Per crescere, abbiamo bisogno di essere difesi e sostenuti con determinazione
quando attraverso le limitazioni imposte al trasporto stradale sull’arco Alpino
– dove transita il 70% delle merci e un volume di 50 milioni di tonnellate
annue solo al Brennero – si vuole in realtà colpire il Made in Italy e frenare
le nostre relazioni commerciali con i Paesi del Nord Europa. Se vogliamo fare
dell’Italia una piattaforma logistica, dobbiamo rivedere radicalmente il
Protocollo Trasporti della ‘Convenzione delle Alpi’, altrimenti l’Italia
resterà soffocata”, rimarca il presidente di Anita.
“Nella partita dell’innovazione, è evidente – sottolinea inoltre
Baumgartner – che il capitale umano gioca un ruolo fondamentale: abbiamo
bisogno di formare profili professionali con competenze adeguate agli sviluppi
dell’Industria 4.0, senza dimenticare l’emergenza autisti, che il settore vive
da tempo e che va affrontata con urgenza perché, seppur nel contesto di uno
split modale più equilibrato, l’autotrasporto è e continuerà a essere
insostituibile. L’innovazione è indispensabile anche nelle interazioni
quotidiane tra imprese e Pubblica Amministrazione, così come nel coordinamento
tra i diversi Enti dello Stato affinché le procedure di autorizzazione e
controllo – sulla merce e sulle attività di trasporto – siano sicure, rapide ed
efficienti”.
“Agli scenari geo-politici ed economici che si profilano all’orizzonte potranno
essere trovate risposte adeguate solo a livello di mercato comune unico, e non
di singolo Stato membro”, evidenzia.
“Sarà dunque decisiva la strada che le nuove istituzioni comunitarie decideranno di percorrere. Auspichiamo sia diretta verso la rimozione delle barriere che ancora ostacolano il funzionamento del Mercato Unico e la prioritaria rivisitazione delle politiche europee per i trasporti e le infrastrutture. È urgente innanzitutto lavorare per definire una politica europea di sostegno al trasporto intermodale di merci, basata sull’aggiornamento delle norme attuali, risalenti al 1992, e sulla creazione di incentivi ad hoc di rango comunitario per soddisfare le esigenze espresse dal mercato del trasporto combinato nell’UE. Nell’autotrasporto merci sarà essenziale – chiosa il Presidente di Anita – continuare a combattere la concorrenza dei Paesi dell’Est, il dumping sociale e la somministrazione transnazionale irregolare”.
A trarre le conclusioni del dibattito è stato il presidente di Confindustria,
Vincenzo Boccia: “Il complesso sistema della logistica e dei servizi che ne
arricchiscono l’offerta, sempre più sofisticata, ci rimanda all’importanza
strategica di dotare il Paese di infrastrutture moderne e sostenibili”. “Per
Confindustria, infatti, le infrastrutture sono specchio di una società aperta e
inclusiva dove città si collegano a città, centri a periferie, Paesi ad altri
Paesi restituendo un’idea di futuro e di crescita. In Italia, seconda
manifattura d’Europa che deve all’export la forza della sua economia, le
infrastrutture sono inoltre indispensabili a dare significato politico ed
economico alla sua posizione geografica: centrale tra Europa e Mediterraneo,
aperta a est e a ovest”.
“Una posizione che definisce un ruolo esemplare nel dialogo e nella
cooperazione per il quale le nostre imprese – sottolinea Boccia – possono
giocare un ruolo da protagonisti. Nella visione larga che Confindustria ha del
concetto di Industria, occorre puntare sull’industria della logistica per
rendere più competitivo il Paese”.