La chiusura della E45 dal 16 gennaio al 15 agosto ha causato danni al settore autotrasporto per circa 27 milioni di euro. Il calcolo è di Uniontrasporti che ha redatto un report per conto della Camera di commercio della Romagna, ma le cui la valutazioni nascono in base ai flussi che interessano la E45 tra Orte e Cesena. Quindi dalla Romagna, alla Toscana, l’Umbria fino al Lazio.
Il 10 luglio, dopo 175 giorni di
chiusura, è avvenuta la riapertura ufficiale della E45 ai mezzi fino a 30
tonnellate, su due corsie con il limite di velocita a 50 km/h. Ma per i mezzi
sopra le 30 tonnellate restano invece valide le deviazioni sui percorsi alternativi, ricorda
la Cciaa romagnola. Per il traffico leggero, la riapertura del viadotto dopo un
mese ha ridotto l’impatto “ma non lo ha certo eliminato, viste le
limitazioni”.
Quindi la stima del danno
economico per gli automobilisti si è gradualmente ridotta
in questi sette mesi, arrivando però a un valore complessivo di circa 13
milioni. Per quanto riguarda gli esercizi turistici pur considerando gli
aspetti positivi della riapertura al traffico leggero, si sottolinea l’assenza
della clientela nei diversi punti di ristoro, l’importanza dei flussi turisticisolitamente
in crescita in primavera ed estate e il rischio di un potenziale danno di
immagine per i comuni lungo la Valle del Savio dovuto alle difficoltà di
connessione. L’impatto che la situazione legata al viadotto Puleto ha quindi
provocato sulle sole attività a vocazione turistica della Valle del Savio nei
sette mesi è di quasi 2,5 milioni di euro. A questo “si aggiunge il danno
economico subito da imprese e lavoratori del vasto comparto manifatturiero e
delle tante attività artigiane, sia di produzione che di servizi”.
In questo caso la quantificazione e la stima dei danni subiti dal territorio
nel periodo “è assai più difficile, ma in ogni caso certa e di importo
rilevante”. Per questo, per la Camera di Commercio della Romagna è
“di fondamentale importanza che i soggetti competenti concentrino gli
interventi, da subito, sugli assi viari strategici, come la E45 (asse nord/sud)
e la E55 (asse nord-est), che devono essere riammodernati e realizzati”.
Inoltre si ritengono “indispensabili il monitoraggio costante e la
manutenzione sistematica di tutta la rete viaria che, per la conformazione del
territorio, può essere messa a rischio anche dalle criticita’ di un solo
pilone”.
Anche il rispristino della
viabilità alternativa sulla ex
Tiberina è una questione che va trattata “con la
massima attenzione e celerita’”, visto che è l’unica alternativa in
situazioni di bisogno ed emergenza, come quella degli ultimi mesi. Ecco perché
la Camera di commercio della Romagna si sofferma sui recenti accordi e appalti
sulla E45 e sulla strada comunale ex Tiberina, oltre che sui contributi
stanziati dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana e dalla stessa Camera di
commercio da destinare a lavoratori e imprese danneggiate dalla chiusura del
viadotto.
Passando al livello nazionale, ci sono le “Misure di sostegno al reddito per chiusura della
strada SS 3 bis Tiberina E45” contenute nel Decreto
Crescita, con uno stanziamento di 10 milioni per i lavoratori del settore
privato, compreso quello agricolo, i lavoratori autonomi, compresi i titolari
di attività di impresa e professionali, che si sono trovati impossibilitati a esercitare
o hanno dovuto sospendere la propria attività a causa della chiusura della
E45.
La Cciaa ricorda poi le Regioni hanno individuato i criteri per suddividere
delle risorse stanziate, “ma da parte del Governo centrale, ad oggi, non è
ancora arrivato alcun decreto di ripartizione”. Infine l’intesa di luglio
tra la Regione Emilia-Romagna e le parti sociali del territorio cesenate e
romagnolo per garantire un sostegno al reddito a favore dei lavoratori (sia
dipendenti sia autonomi) del settore privato, anche agricolo, impossibilitati a
svolgere il proprio lavoro dopo il sequestro del viadotto Puleto e della
conseguente chiusura della superstrada E45. Sul mancato riconoscimento da parte
del Governo dello stato di emergenza nazionale, prosegue la nota, “è
importante che sia valutata la possibilità di accedere alla cassa integrazione
in deroga”. Cioè di una forma di sostegno “a favore di coloro che
appartengono a settori lavorativi che non possono usufruire della cassa
integrazione ordinaria, ma la cui azienda si trova in una situazione economica
critica”, a causa del calo della produzione, la diminuzione
dell’esportazione, la riduzione delle vendite, per la situazione creatasi
nell’area in termini di viabilità,
logistica e trasporti.
“La grave situazione che si
è verificata in questi mesi”, sottolinea infine il presidente della Cciaa
romagnola, Alberto Zambianchi, “ha dimostrato quanto questa infrastruttura
sia strategica a livello nazionale e, quindi, va trattata come tale”.
Anche il rispristino della viabilità sulla “vecchia Tiberina”,
“richiede la massima attenzione ed è urgente intervenire”
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