Da sabato 5 febbraio scatta un nuovo divieto di circolazione per i mezzi pesanti in Tirolo: i tir non potranno transitare nelle giornate di sabato, fino al 5 marzo prossimo, dalle ore 7 alle ore 15
ALEXANDER GINESTOUS
04 FEBBRAIO 2022
BOLZANO. Vita difficile per gli autotrasportatori lungo l’asse del Brennero. Dopo aver fatto i conti per mesi con le diverse restrizioni e obblighi imposti al confine tra Italia ed Austria a causa delle misure anti-Covid, ora si affacciano all’orizzonte nuovi blocchi. Già da sabato 5 febbraio scatterà un nuovo divieto di circolazione per i mezzi pesanti in Tirolo. La decisione è stata presa dal governo locale per tentare di snellire i flussi di traffico durante i weekend e andare incontro ad una svolta sostenibile lungo il valico.
In concreto, i tir non potranno transitare nelle giornate di sabato, fino al 5 marzo prossimo, dalle ore 7 alle ore 15. Una decisione che va a sommarsi a quella presa più di un anno fa, sempre dal governatore tirolese Gūnther Plattner, di divieto di transito notturno (anche per i mezzi Euro 6).
Il risultato che ne consegue rischia di essere drammatico: di fatto per il prossimo mese la “finestra” temporale per passare dall’Austria e raggiungere gli importanti mercati del centro e Nord Europa, o per rientrare in Italia, si restringe a sole due ore, dalle 5 alle 7 del mattino del sabato, per poi riaprirsi nuovamente il lunedì successivo alle 5.
Una mazzata per il comparto del traffico merci che rischia presto di tradursi in un aumento dei costi di trasporto e quindi dei prezzi al consumatore finale. Una decisione che ha lasciato sgomenti i vertici di Anita, l’Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici, che ha subito alzato la voce protestando contro questa ennesima misura restrittiva: «La decisione del Tirolo non ha niente a che fare con la tutela dell’ambiente o la sicurezza stradale. Il traffico stradale sarà ancora più congestionato durante quelle due ore in cui sarà possibile circolare di sabato e al lunedì mattina al termine dei divieti» tuona Thomas Baumgartner, numero uno dell’associazione e presidente del colosso logistico Fercam di Bolzano, uno dei player più importanti del settore.
Thomas Baumgartner, presidente di Anita e del colosso logistico Fercam
Il nuovo divieto rischia ora di generare tensioni e problematiche sociali tra gli autisti, oltre che gravi danni all’economia italiana. Non va dimenticato infatti che ben il 70% dell’export del nostro paese passa proprio per dal Brennero, pari a 5 miliardi di euro. Inoltre, è da diverso tempo che le compagnie investono in mezzi moderni che permettono di ridurre l’inquinamento acustico e dell’aria.
Aspetto che sembra non essere stato preso in considerazione: «I veicoli per il trasporto merci che circolano al Brennero sono tra i più moderni d’Europa e ciò è dimostrato dal fatto che tutte le stazioni di rilevamento dell’inquinamento dell’aria posizionate lungo tale corridoio registrano emissioni sempre al di sotto dei livelli stabiliti dalle normative europee» prosegue il presidente.
L’auspicio degli autotrasportatori, adesso, è che intervenga la Commissione Europea per porre fine a tutti quei divieti che vanno contro il principio di libera circolazione delle merci nel territorio europeo e che erano stati già criticati dall’Unione delle Camere di Commercio. A dare manforte alla federazione dell’autotrasporto di Confindustria c’è anche la CSU, partito di governo bavarese, che ha già avviato i discorsi per raggiungere una soluzione comune con il Tirolo: «Certe scelte dovrebbero venir concordate con tutti gli altri stati europei che da queste restrizioni unilaterali vengono danneggiati. Gli unici esentati dalle restrizioni sono proprio i traffici merce da e per il Tirolo» precisa Baumgartner.
Ma c’è anche un’altra grana con la quale i camionisti potrebbero presto dover fare i conti. Un fuoco incrociato che proviene direttamente dal presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher. Nel pacchetto di riammodernamento e digitalizzazione di A22 che il governatore presenterà a breve sul tavolo del Governo ci sono anche due progetti che potrebbero concretizzarsi: la creazione di un sistema a “contagocce”, per cui i tir dovranno prenotare il proprio transito e percorso lungo l’asse del Brennero e l’istituzione di nuovi pedaggi variabili in base all’inquinamento prodotto dal veicolo.
Un’ipotesi, la prima, ritenuta da Baumgartner inaccettabile perché troppo localistica e dannosa per le imprese esportatrici del nostro Paese. A tal punto da rimettere in discussione addirittura l’affidamento della concessione di A22, delicata tematica che era stata sbloccata solamente a novembre scorso: «Non è questo il momento per pensare alle esigenze particolari di una singola provincia, bensì è necessario tutelare gli interessi di tutta Italia e dell’intero settore».
Una presa di posizione decisa contro un sistema “prenotativo” che rischierebbe di avere pesanti ripercussioni a livello europeo e che la categoria rimanda indietro al mittente: «Se ogni provincia o regione d’Europa incominciasse a limitare il passaggio dei mezzi pesanti sarebbe la fine dell’Unione Europea che ha permesso negli anni di ottenere standard di vita soddisfacenti, benessere e progresso economico per tutti i paesi membri».
Il numero uno di Anita si trova invece in parte d’accordo sulla seconda proposta altoatesina, ovvero quella di un pedaggio legato al tasso di inquinamento, a patto però che questo valga per tutti i mezzi, anche quelli turistici, e che non comporti un aumento generalizzato del costo dei pedaggi. Gli ultimi dati sul traffico pesante al Brennero raccontano di una situazione tornata quasi ai livelli pre-pandemici. Nel 2021 sono stati registrati 2,45 milioni di tir in transito, poco meno del record di 2,47 mln registrato nel 2019. È calato invece il traffico leggero: 9,95 milioni i transiti.
Kompatscher tira però dritto con la sua proposta: «La nostra è una proposta in linea con il pensiero dettato dal PNRR, e a decidere sarà sempre e solo Roma. Vogliamo garantire i flussi del traffico abbattendo al tempo stesso l’impatto dell’inquinamento sui nostri territori. Per questo crediamo che i sistemi di digitalizzazione e di prenotazione siano la strada giusta da percorrere. Quanto maggiori saranno le emissioni tanto maggiore sarà il pedaggio, e viceversa» ha spiegato il presidente.
nordesteconomia@gedinewsnetwork.it