Negli ultimi anni, la Cina ha adottato una strategia molto stratificata e articolata, ma sicuramente lungimirante, per mitigare le possibili difficoltà legate all’imposizione di nuove tasse sulle merci importate negli Stati Uniti, che è uno dei suoi principali acquirenti mondiali.
Tra i vari posizionamenti sullo scacchiere mondiale assunti da Pechino, emerge una strategia che si basa sull’espansione delle operazioni nei porti del Centro e Sud America: i dati degli ultimi 12 mesi mostrano un notevole aumento nei flussi di investimenti e nel volume di container che transitano attraverso questi scali marittimi, evidenziando come la Cina stia diversificando le sue rotte commerciali per mantenere la sua posizione dominante nel commercio globale.
Il peso delle esportazioni cinesi negli USA
Va detto che le esportazioni cinesi rappresentano una quota significativa delle merci containerizzate che entrano negli Stati Uniti via mare, il che è uno dei motivi per cui le ultime amministrazioni della Casa Bianca si sono sentite in dovere di limitare il proprio senso di perdita di una ‘sovranità’ produttiva.
Per dare due numeri, ad ottobre, le importazioni di container negli USA hanno raggiunto un totale di 2,49 milioni di unità equivalenti a 20 piedi (TEU), con un volume di 960.016 TEU provenienti dalla Cina, che rappresenta il 38,5% del totale. Questo dato riflette un incremento dell’8,3% rispetto all’ottobre dell’anno precedente.
Le merci più comunemente importate dalla Cina includono mobili, biancheria da letto, giocattoli, giochi e attrezzature sportive, secondo i dati di Descartes Systems Group, ma, non possedendo più un’industria pesante sul proprio territorio, Washington deve importare anche componentistica e materie semilavorate come l’acciaio.
Perù, il nuovo approdo cinese
Per capire come si stia muovendo la Cina da un paio d’anni a questa parte occorre spostare lo sguardo dagli USA ad altri Paesi collocati più a sud.
Uno dei progetti più significativi che testimonia l’impegno della Cina nell’espansione delle infrastrutture portuali in Sud America è il porto di Chancay in Perù: questo scalo, situato a circa 70 km a nord di Lima, corrisponde ad un progetto da 1,3 miliardi di dollari, con una futura espansione che porterà l’investimento di Pechino totale a 3,6 miliardi di dollari.
Una volta completato, Chancay avrà 15 moli con profondità di 17 metri e un vasto parco industriale. La posizione strategica di Chancay sul Pacifico lo rende ideale per attrarre, tra gli altri, i clienti brasiliani, offrendo loro uno sbocco diretto per le spedizioni verso l’Asia.
L’iniziativa cinese e il coinvolgimento di Cosco
Il porto di Chancay non è solo una mera infrastruttura; esso assume ben più significato, infatti, se lo si inserisce tra le principali azioni della Belt and Road Initiative in America Latina.
Qui entra in gioco anche la compagnia cinese COSCO, che detiene la maggioranza del progetto e che ha delineato piani dettagliati per utilizzare navi feeder che trasporteranno carichi da Colombia, Ecuador e Cile, per poi spedirli in Asia attraverso Chancay.
Inizialmente, queste navi trasporteranno fino a 14.000 container, con l’obiettivo di aumentare progressivamente la capacità fino a 24.000 TEU.
Accanto al progetto di Chancay, la Cina sta anche investendo nel porto di Callao, il principale terminal container del Perù. Quest’anno Callao ha visto significativi miglioramenti grazie agli investimenti dei suoi due principali stakeholder, DP World e APM Terminals.
Questi aggiornamenti sono parte di una strategia più ampia per migliorare l’efficienza e la capacità del porto, rendendolo un nodo cruciale per il commercio marittimo nella regione.
La Cina sta chiaramente puntando sui porti del Centro e Sud America per rafforzare la sua posizione nel commercio globale, soprattutto per mitigare i rischi legati alle nuove tasse sulle importazioni negli Stati Uniti e per porsi in posizione pivotale all’interno di un mercato di scambi nel blocco identificato dai BRICS.
Il porto di Chancay e gli aggiornamenti a Callao, unitamente a quelli portati avanti in Messico, Ecuador e Colombia, rappresentano passi significativi verso questo obiettivo, evidenziando come la Cina stia investendo pesantemente nelle infrastrutture per garantire una rete commerciale robusta e diversificata.
Fonte Logisticanews
Novembre 2024