Nord Stream 2

Il governo tedesco ha annunciato che per il momento non autorizzerà l’attivazione del Nord Stream 2, il gasdotto costruito negli ultimi anni per portare il gas russo in Germania, e da lì nel resto dell’Europa. Il gasdotto è stato completato a settembre del 2021, ma finora non aveva ricevuto l’autorizzazione a entrare in funzione dalle autorità tedesche ed europee perché «non rispetta i requisiti della legislazione dell’Unione Europea sull’energia». Il nuovo annuncio, invece, collega direttamente la mancata attivazione del gasdotto alla crisi ucraina.

Martedì il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto di aver deciso di sospendere il processo di autorizzazione in risposta alla decisione della Russia di riconoscere le due repubbliche autoproclamate del Donbass, di Donetsk e Luhansk, e di ordinare una operazione militare nel territorio da loro occupato. Scholz ha aggiunto nel corso di una conferenza stampa che «ora spetta alla comunità internazionale rispondere a questa azione unilaterale, ingiustificata e incomprensibile intrapresa dal presidente russo».

Poco dopo l’annuncio di Scholz, l’ex presidente russo Dmitri Medvedev, e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia, ha scritto su Twitter: «Bene. Benvenuti nel nuovo mondo in cui gli europei molto presto pagheranno 2.000 euro per 1.000 metri cubi di gas naturale!». Attualmente il prezzo del gas per il consumatore italiano è tra 0,85 e 1,2 euro al metro cubo, cioè 850-1.200 euro per 1.000 metri cubi.

Il Nord Stream 2 è considerato uno dei progetti più importanti realizzati nel corso degli ultimi anni per aumentare il gas che arriva in Europa. Era stato realizzato con l’obiettivo di raddoppiare la portata del gasdotto Nord Stream, che era stato inaugurato nel 2012 e segue più o meno lo stesso tracciato: entrambi sono gasdotti offshore (cioè costruiti sul fondale marino) che collegano direttamente Russia e Germania passando sotto al Mar Baltico.

Sono stati progettati per trasportare gas naturale, cioè quello che si usa tutti i giorni per riscaldare gli ambienti o in cucina. Nord Stream 2, in particolare, parte dalla costa baltica della Russia fino ad arrivare a Greifswald, in Germania, poco distante dallo sbocco di Nord Stream 1.

Per attivarlo serve però prima l’approvazione della Germania, tramite la Bundesnetzagentur, l’agenzia federale che si occupa della rete elettrica, del gas, dei trasporti e delle telecomunicazioni, e in seguito l’approvazione della Commissione Europea.

Lo scorso novembre la Bundesnetzagentur aveva negato la sua approvazione sulla base del fatto che Nord Stream 2 non rispetta le regole europee sul cosiddetto “unbundling” (disaggregazione): nell’Unione Europea le compagnie che producono, trasportano e distribuiscono il gas devono essere tutte separate, cosa che per ora non avviene con Nord Stream 2. Il processo di approvazione era quindi bloccato, e le cose si erano complicate ulteriormente con l’inizio della crisi in Ucraina, a causa della quale il governo tedesco ha cominciato a trattare l’autorizzazione del gasdotto come un elemento del negoziato con la Russia.

DA Il Post

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