Autostrade, Aspi, A22 e A4 Holding aumentano le tariffe.

L’incremento è del +2,3% a recupero dell’inflazione e a beneficio degli investimenti e delle manutenzioni. Alto Adriatico resta ferma

Gennaio 2024

Pedaggi autostradali più pesanti già dal primo gennaio 2024, per buona parte della rete autostradale italiana.

Adeguamento all’inflazione con aumento del +2,3% – diversamente declinato dai diversi concessionari – per Aspi, Autostrade per l’Italia, ed anche per A4 Holding che ha aumentato da oggi in media del 2,3% le proprie tariffe, in forza del decreto Milleproroghe 2024, per il transito sulle tratte in concessione, cioè la A4 Brescia-Padova e la A31 Valdastico. «L’adeguamento delle tariffe autorizzato dal concedente, il primo dopo cinque anni, è esclusivamente legato al tasso d’inflazione programmato – spiega la società – . A4 Holding, attraverso la sua concessionaria A4 Brescia Verona Vicenza Padova Spa, investe in sicurezza e mediante un programma continuativo e innovativo di manutenzione, ammodernamento ed efficientamento della propria rete, ha raggiunto uno dei più bassi tassi di incidentalità a livello nazionale».

Proposta di adeguamento con aumento del 2,29% anche per A22 del Brennero in attesa del decreto di autorizzazione dal ministero che dovrebbe arrivare a ore.

Società Autostrade Alto Adriatico – che gestisce la A4 Venezia-Trieste, la A28 Portogruaro – Conegliano, la A23 Udine Sud – Palmanova e la A34 Villesse – Gorizia) ha invece deciso di mantenere inalterate le tariffe del 2023 ricordando che l’ultimo aumento (varato dalla precedente Autovie Venete) risale al 2018.

Si ricorda che fino al 2018 gli aumenti dei pedaggi erano stati quasi automatici: dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, il 14 agosto di quell’anno, gli incrementi sono stati congelati fino al 2022. Dall’1 gennaio 2023, invece, alcuni rialzi hanno avuto l’ok del governo.

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