“Guardiamo alla transizione energetica del nostro settore come ad
una grande opportunità, in termini ambientali ed economici, ma le istituzioni
devono adoperarsi per renderla concretamente possibile. Non devono innamorarsi
di slogan che poi non sanno portare avanti e tradurre in realtà”.
Con queste parole, il Presidente di ANITA, Thomas Baumgartner, commenta le
neonate strategie comunitarie sull’integrazione del sistema energetico e
sull’idrogeno, finalizzate a rendere l’Europa un’economia climaticamente neutra
nel 2050.
“Nell’autotrasporto merci, l’Unione e gli Stati membri devono
lavorare per l’effettiva creazione di un ventaglio di opzioni energetiche a
basse e zero emissioni di carbonio, ma a costi competitivi. Nel trasporto
pesante di lungo raggio, il GNL rappresenta oggi l’unica alternativa possibile
al gasolio per costi e rese in termini di prestazioni su mezzi di grandi
dimensioni. Qui bisogna accelerare su biocarburanti sostenibili, combustibili
sintetici e idrogeno con fuel cell. L’utilizzo di veicoli elettrici invece avrà
possibilità concrete di penetrazione sul mercato solo nel trasporto di corto
raggio e in ambito urbano” – continua Baumgartner.
ANITA condivide l’approccio di filiera proposto, almeno sulla carta, dalle
strategie comunitarie in cui ci si preoccupa di sviluppare livelli adeguati di
domanda di energia pulita, contestualmente agli aspetti produttivi e
infrastrutturali. Solo così le fonti green posso ambire alla sostituzione di
quelle fossili. Ma chiede un cambio di passo al Governo italiano in vista di
un’economia climaticamente neutra.
“Finora abbiamo assistito a politiche schizofreniche nel nostro
Paese: è stato giustamente incentivato il rinnovo del parco circolante con
mezzi a basse emissioni di classe Euro VI e alimentati a GNL, mantenendo allo
stesso tempo cospicui benefici economici ed operativi per i veicoli più
inquinanti. Mentre l’Italia è incagliata in questi goffi tentativi green, gli
altri Paesi snocciolano articolate strategie e stanziano cospicue risorse sulle
tecnologie di punta per il trasporto pesante di merci. I soliti noti, Germania
e Olanda, hanno già sfoderato le armi per aggredire il mercato dell’idrogeno
verde e sfruttarne tutti i vantaggi ”–
conclude Baumgartner.
ANITA rinviene nelle agende di questi Paesi tante misure interessanti: dalla
modulazione dei pedaggi per i mezzi pesanti nelle reti di trasporto in funzione
della C02, alla fissazione di target di veicoli alimentati a idrogeno e delle
relative stazioni di rifornimento da conseguire già nel 2025, allo sfruttamento
dei porti quali hub energetici, alla tassazione favorevole sull’elettricità
utilizzata per produrre idrogeno verde, all’utilizzo delle reti esistenti di
gas per il trasporto dell’idrogeno e alla costruzione di infrastrutture
dedicate all’idrogeno pulito, ai finanziamenti in R&S.