Il ponte che rischia di bloccare le esportazioni italiane

Dal 2025 verrà limitata la portata del viadotto autostradale più lungo dell’Austria, un passaggio fondamentale per le merci dirette in Germania

Tra meno di un anno il passaggio delle merci attraverso il passo del Brennero, al confine tra la provincia italiana di Bolzano e la regione austriaca del Tirolo, potrebbe complicarsi. Alle difficoltà note da tempo – le limitazioni imposte dall’Austria al passaggio di camion nel tratto di autostrada a nord del valico alpino – se ne è aggiunta una che ha allarmato le imprese e le associazioni di categoria: dal 2025 il transito dei mezzi sul viadotto autostradale più lungo dell’Austria, che comincia circa sei chilometri dopo il confine con l’Italia, dovrà essere limitato con ogni probabilità a una sola corsia per senso di marcia a causa di problemi strutturali.

Infatti il viadotto, che si chiama “ponte Lueg”, non potrà più sostenere il peso dei mezzi che attualmente viaggiano su quattro corsie e il traffico dovrà essere ridotto per ragioni di sicurezza, perché il ponte Lueg è ormai datato e ha quasi raggiunto la fine del suo ciclo di vita, cioè il periodo in cui può essere utilizzato. Il rischio però è che si formino code chilometriche in un tratto di strada percorso da tantissimi camion delle aziende di trasporto merci italiane: il trasporto su gomma attraverso l’Austria è la via più veloce per raggiungere la Germania, uno dei principali paesi europei con cui l’Italia ha legami commerciali.

Venerdì 8 marzo alcune associazioni di categoria hanno parlato delle possibili criticità per l’economia legate alla situazione del ponte Lueg durante un incontro a Trento nella sede di Confcommercio Trentino, la principale organizzazione che rappresenta le imprese del settore terziario della regione. Secondo i rappresentanti degli autotrasportatori è probabile che bisognerà «far fronte a code di 80-100 chilometri», che finirebbero per esacerbare le attuali difficoltà del transito dovute alle numerose limitazioni alla circolazione dei tir (acronimo della sigla francese Transports Internationaux Routiers, che include tutti i camion, gli autotreni e gli autoarticolati) introdotte dall’Austria negli ultimi anni. L’obiettivo dell’Austria è ridurre le emissioni inquinanti dovute al traffico dei mezzi pesanti; l’Italia sostiene invece che i divieti danneggino eccessivamente i camion e lo scambio di merci con la Germania.

Sommando le limitazioni esistenti e la probabile riduzione del transito sul ponte Lueg, per il presidente dell’Unione autotrasporto merci (UNATRAS) Paolo Uggè «otteniamo la tempesta perfetta: sarà il blocco totale del Brennero. Per le merci, ma anche per il turismo».

Costruito nel 1969, il ponte Lueg è lungo 1,8 chilometri e alto fino a 72 metri. Si trova sulla A13, l’autostrada che va dal Brennero a Innsbruck, in continuità con l’A22 italiana, l’autostrada del Brennero. Asfinag, la società che gestisce le autostrade austriache, spiega che non è possibile ristrutturarlo: va demolito e ricostruito. La società ha fatto un piano per realizzarne uno nuovo ma l’intervento non è ancora partito per via di un ricorso presentato dal sindaco di Gries am Brenner, il paese dove si trova il ponte Lueg, su cui le autorità locali devono ancora pronunciarsi. Il progetto prevede la costruzione di un nuovo ponte a fianco dell’attuale viadotto, su cui spostare il traffico. Per costruirlo serviranno circa due anni e mezzo. A quel punto il vecchio ponte Lueg potrà essere demolito e al suo posto verrà realizzato un secondo nuovo ponte, così da avere due viadotti paralleli sui quali distribuire il traffico. Complessivamente è un intervento da 300 milioni di euro.

Nel frattempo è molto probabile che sarà necessario limitare il passaggio di tir e automobili a due sole corsie (su quattro) per motivi di sicurezza. La certezza arriverà quest’estate, quando Asfinag riceverà i risultati di un’ispezione del ponte programmata per il prossimo aprile, che stabilirà i provvedimenti da prendere. Nel 2023 il ponte era stato già stato chiuso per una settimana a metà ottobre e anche ad aprile scorso era stata ristretta la carreggiata a una sola corsia per senso di marcia per altri lavori di manutenzione urgenti: in entrambi i casi c’erano state lunghe code.

La possibilità che quel tratto di autostrada si trasformi di nuovo in un “collo di bottiglia”, e per un periodo più prolungato, è concreta e in Italia preoccupa soprattutto per il traffico di merci transalpino. Il Brennero è infatti uno dei sette principali valichi alpini attraverso i quali le merci vengono importate ed esportate con i mezzi pesanti (in Italia, come hanno confermato dati recenti, la circolazione di tir per il trasporto di merci su gomma è ancora molto rilevante sia verso il territorio nazionale che verso l’estero, il Sole 24 Ore scrive che nel 2022 sono passati dal Brennero circa 2,4 milioni di camion). Stando a stime presentate durante l’incontro a Trento, il valore totale delle esportazioni e delle importazioni dal Brennero raggiunge i 120 miliardi di euro l’anno. La chiusura del ponte Lueg, dice Confcommercio Trentino, potrebbe ridurlo fino al 20 per cento.

Inoltre, le associazioni di categoria temono che le ricadute economiche del cantiere possano estendersi anche al turismo, dal momento che dal Brennero si stima passi il 30 per cento dei turisti diretti in Alto Adige e in Trentino. Per gli operatori del settore potrebbe risentirne anche il turismo sul lago di Garda, molto frequentato da austriaci e tedeschi.

Se effettivamente nel 2025 il transito sul ponte Lueg verrà limitato, per cercare di evitare il blocco del traffico andrebbero rimossi i divieti di circolazione notturna e del sabato mattina per i tir, dice l’Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici (ANITA). In questo modo il traffico dei mezzi pesanti potrebbe essere distribuito su 24 ore e su più giorni dell’anno. Il divieto di transito notturno è voluto dall’Austria e vale per tutti i mezzi pesanti di passaggio sulla A12, il tratto di autostrada da Innsbruck a Kufstein. Tra le varie limitazioni è il più contestato dalle associazioni di categoria italiane perché è la causa principale delle code e della generale lentezza del percorso. Sulla A13 dal Brennero a Innsbruck, invece, nelle ore notturne si paga un pedaggio doppio. A questi si aggiunge anche un divieto di circolazione, sempre per i mezzi pesanti, dalle 7 alle 15 del sabato.

A metà febbraio il governo italiano ha inviato una lettera alla Commissione Europea con la richiesta di avviare una procedura di infrazione contro l’Austria per questi divieti. Per l’Italia le limitazioni austriache violano la libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione Europea, uno dei principi fondamentali del mercato comune europeo. Secondo l’articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, la Commissione Europea deve a questo punto emettere un parere motivato sulla base delle osservazioni presentate in merito dai due Stati. Se il parere non viene formulato entro tre mesi dalla domanda, è comunque possibile per uno Stato membro fare direttamente ricorso alla Corte di Giustizia europea.

E infatti l’intenzione di presentare un ricorso alla Corte era stata annunciata già a ottobre dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti . Lo scorso marzo però la Corte si è rifiutata di esaminare la richiesta di alcune associazioni di categoria italiane che volevano costringere la Commissione Europea a prendere provvedimenti contro l’Austria. Nei giorni scorsi le associazioni rappresentanti del settore autotrasporti hanno diffuso un comunicato a sostegno dell’azione del governo italiano.

Intanto Asfinag sta studiando insieme alle autorità austriache una serie di misure temporanee di sicurezza per il periodo in cui il passaggio sul ponte Lueg sarà limitato a una sola corsia in direzione nord e a un’altra verso sud. Per esempio la società vorrebbe riaprire entrambe le corsie per senso di marcia soltanto per automobili e motociclette in alcuni giorni in cui è facile che ci sia un traffico intenso, come durante le festività, ma il calendario e il dettaglio di queste misure devono ancora essere presentati.

Fonte Il POST

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