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    Bombardata dai russi l’acciaieria Azovstal a Mariupol

    Per le realtà produttive italiane del gruppo ucraino, quanto sta accadendo a Mariupol, città dove Metinvest conta i suoi due siti produttivi più grandi, ha un doppio impatto. Anzitutto emotivo, per la grave situazione vissuta dai colleghi in Ucraina. Quindi economico. E’ infatti proprio da Mariupol e in particolare da Azovstal che arrivava la materia prima diretta ai laminatoi veneto e friulano.

    L’eco del conflitto in Ucraina si fa giorno in giorno più pesante per le unità produttive che il gruppo Metinvest ha in Italia, la Ferriera Valsider di Oppeano, a Verona, e la Metinvest Trametal di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine. Due stabilimenti che vivono in queste ore con apprensione l’attacco dell’esercito russo ad Azovstal, l’imponente complesso siderurgico che il gruppo Metinvest ha a Mariupol, forte di una capacità produttiva di circa 6 milioni di tonnellate di acciaio. 

    Le immagini che arrivano dall’Ucraina mostrano il sito colpito ripetutamente. E la conferma della distruzione compiuta dai russi a danno della grande realtà siderurgica arriva da Vadym Denisenko, consigliere del capo del ministero degli Affari interni dell’Ucraina: «La situazione a Mariupol – afferma intervenendo a Rada Tv – è catastrofica. Ci sono combattimenti in corso per Azovstal. Sulla base dei dati disponibili, possiamo dire che abbiamo perso questo colosso economico, uno dei più grandi impianti in Europa è andato distrutto». 

    Quale sia l’esatto bilancio dell’attacco ad Azovstal non è ancora stato chiarito da Metinvest che dall’inizio del conflitto ha stretto i denti e cercato, con tutte le difficoltà del caso di andare avanti. Anzitutto mettendo in sicurezza gli impianti e poi convertendosi all’economia di guerra, producendo ostacoli anticarro, e al supporto della popolazione, fornendo rifugi, cibo e medicinali.

    Per le realtà produttive italiane del gruppo ucraino, quanto sta accadendo a Mariupol, città dove Metinvest conta i suoi due siti produttivi più grandi, ha un doppio impatto. Anzitutto emotivo, per la grave situazione vissuta dai colleghi in Ucraina. Quindi economico. E’ infatti proprio da Mariupol e in particolare da Azovstal che arrivava la materia prima diretta ai laminatoi veneto e friulano. Una fornitura momentaneamente interrotta, che si auspicava potesse riprendere non appena la guerra fosse cessata, eventualità che le bombe su Azovstal ora di fatto spazzano.

    O forse no. Dopo la diffusione delle immagini dei bombardamenti su Azovstal, diventate presto virali, il Ceo del sito produttivo, Enver Tskitishvili, ha registrato un suo intervento video diffuso sui canali social di Metinvest nel quale ricorda che lo stop non è il primo nella storia del sito, che Azovastal si era già fermato nel 1941. «E’ presto per dire è presto per dire che Azovstal si è fermato per sempre. Noi ricostruiremo, lo faremo rivivere, per l’Ucraina».

    21 MARZO 2022 da Nordesteconomia

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